Anni di piombo

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La strage di Bologna, 2 agosto 1980

Citazioni sugli anni di piombo.

  • «Che brutta espressione: anni di piombo.»
    «Brutta ma efficace per mistificare quello che sono stati davvero.»
    «Hai ragione: se guardiamo al benessere diffuso, alla redistribuzione del reddito e alle garanzie sociali, sono stati un periodo felice per l'Italia.»
    «Io direi il momento più alto toccato dalla civiltà europea nella storia dell'uomo. I veri anni di piombo sono quelli che viviamo oggi.» (Bruno Morchio)
  • Ecco, questi siamo noi, e come dice sempre mio padre, non ci dobbiamo lamentare, perché a quei tempi l'Italia era un gran casino. Erano gli anni di piombo, terrorismo, crisi economica, governi che cadono come mosche... (La mafia uccide solo d'estate)
  • Gli anni di piombo, | le stragi, i sequestri... ma no! | Non mi interessano argomenti come questi. | Io di quei tempi | voglio ricordare solo | "La liceale nella classe dei ripetenti". (Caparezza)
  • Ho l'impressione che il giallo rinasca in Italia verso gli anni '70, probabilmente a ridosso della situazione sociale, antropologica e politica determinata dal terrorismo e dagli anni di piombo con cui l'Italia non ha saputo davvero fare i conti, esattamente come la Francia non ha risolto l'Algeria. (Jean-Paul Manganaro)
  • Il problema di come uscire dagli «anni di piombo», da questa «notte della Repubblica», ci è stato posto e ce lo siamo posto tante volte, specialmente rispetto alle ipotesi di amnistia o di altre soluzioni analoghe. Credo che occorra partire da un punto essenziale: se in Italia c'è stata in quegli anni una guerra civile oppure una serie numerosa, sanguinosa, orrenda, di delitti comuni. Personalmente ho sempre ritenuto che non ci sia stata una guerra civile: ne sono mancati, per fortuna, i presupposti. (Eugenio Scalfari)
  • Infine, per concludere con una nota positiva, l'assassinio di Aldo Moro e tutti gli altri compiuti per mano dei terroristi se non «rifondarono» la Repubblica certo non avvennero invano. Gli «anni di piombo» produssero un mutamento profondo nell'atteggiamento di un'intera generazione verso la violenza. Man mano che si susseguivano gli omicidi, i fautori della violenza «rivoluzionaria», parte così interna all'esperienza del '68, rimasero isolati tra gli stessi giovani. Alla fine del decennio i problemi più gravi della Repubblica non erano stati risolti, ma si era abbandonata l'idea di risolverli con la forza. (Paul Ginsborg)
  • Io non li chiamo così. Saranno stati anni di piombo per gli idraulici che ancora facevano gli scarichi con quel materiale, non era ancora arrivato il pvc. (Erri De Luca)
  • L'Italia in quegli anni ha rischiato grosso... la battaglia ci ha assorbito completamente. Così, non abbiamo visto con la chiarezza necessaria il resto. (Luciano Lama)
  • Non vedo fatti positivi nel lascito degli anni di piombo. Vorrei sapere veramente quali. Quando dicono per esempio il divorzio. Ma il divorzio c'era già prima. Quelle sono conquiste sociali. C'era bisogno dei pistoleros per il divorzio? Ma andiamo! (Indro Montanelli)
  • Parlare di amnistia, nel caso degli anni di piombo, sarebbe fuori luogo. Non dimentichiamoci che la lotta armata fu scatenata contro uno Stato democratico, non contro un regime fascista. (Nilde Iotti)

Indro Montanelli e Mario Cervi[modifica]

  • L'Italia dei due Giovanni fu insieme l'erede – non sempre degna – di De Gasperi, e l'incubatrice degli anni di violenza e di piombo. Fu l'una e l'altra cosa in maniera stagnante, opaca, confusa e in larga misura inconsapevole. Gli uomini che si avvicendarono sulla scena politica, anche i migliori, ebbero intuizioni di largo respiro, come il passaggio dei socialisti dall'opposizione al Governo, ma non videro né capirono i veri fermenti e le peggiori insidie che covavano nel corpo del Paese. Attento alle grandi o piccole manovre d'anticamera e di corridoio, il Palazzo aveva, o così parve, le finestre chiuse. Quando le aprì, allarmato dal clamore, era già '68.
  • Gli anni che precedettero quelli di piombo furono piuttosto anni di gomma. La situazione politica era insieme statica e friabile, con maggioranze parlamentari ognuna sempre simile alla precedente e sempre pericolanti, con governi protesi a parole verso ambiziosi traguardi e nella realtà impegnati a risolvere quotidiani bisticci di meschina bottega. I partiti maggiori erano affidati a leaders di non consolidato e contestabile prestigio, tranne uno: il Psi con Pietro Nenni.
  • In questo rosario di lutti va inclusa anche la morte dell'editore miliardario (e rivoluzionario) Giangiacomo Feltrinelli, straziato dall'esplosivo nel marzo del 1972 mentre era issato su un traliccio dell'energia elettrica, nelle campagne di Segrate. Anche in quel caso furono affacciate verità politiche. Contro l'ipotesi della polizia – ad anni di distanza avvalorata dagli stessi compagni di Feltrinelli – secondo la quale l'editore guerrigliero era stato dilaniato da un ordigno che egli stesso voleva collocare sul traliccio, si ersero i fautori d'un altro crimine di Stato: i quali asserivano che Feltrinelli era stato vittima d'un complotto. Chi aderiva alla sensata ricostruzione delle autorità era bollato come reazionario, e complice dei potenti e ignoti mandanti dell'«assassinio». Dagli anni che Capanna ha esaltato come «formidabili» si passava così, senza soluzione di continuità e secondo un crescendo logico, agli anni di piombo.
  • Sindona e Calvi: finali da Grand Guignol per due vite che avevano percorso a lungo un cammino trionfale e s'erano intrecciate. Con gli anni di piombo Milano aveva avuto anche gli anni di cenere, ciò che restava di istituzioni, patrimoni, nomi fino ad allora prestigiosi.

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