Antonio Ranieri

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Antonio Ranieri

Antonio Ranieri (1806 – 1888), patriota, senatore e scrittore italiano.

Ginevra o l'orfana della Nunziata[modifica]

Incipit[modifica]

Io ho bisogno, padre mio venerabile, che voi non ignoriate nulla dell'essere mio. Sento alla fine che Iddio, fatto pietoso alle mie spaventevoli calamità, è vicino a liberarmene, chiamandomi alla sua pace. Padre mio adorabile, fate che io non mi rappresenti al suo cospetto senza la vostra assoluzione. Il cospetto di Dio è tanto terribile! io sono tanto debole ed infelice! tremo tutta... non mi reggo... Padre mio, come potrò sostenerne lo sguardo?

Citazioni[modifica]

  • Quand'io levai gli occhi al garzonetto, riscontrai i suoi, che mi sembrarono come da lunga pezza fissi sopra di me. Oh padre! Io non credo al fascino: ma certo l'onnipotenza d'uno sguardo sarà sempre il più inesplicabile de' misteri. Io vidi o mi parve vedere in quegli occhi un sentimento di compassione per lo stato mio; e credetti a un tratto che fra me e lui altro sentimento non fosse scoppiato se non la simpatia della sventura. (p. 29)
  • Io aveva creduto insino allora, che la terra e il genere umano fossero Napoli e i Napoletani; che gli ordini più sublimi di questo genere umano fossero quei feroci della fonte Capuana e dell'orto Botanico, e quei gendarmi del convento; e che la meta finale a cui questo genere umano intendesse, fossero certi saporitissimi desinari, e certe appetitivissime cenette, che, con eloquenza senza pari al mondo, que' miei eruditissimi studenti ragionavano sempre fra loro solersi dalla gente scelta fare qui alle lune estive, ponendo le tavole o in una bella contrada marina detta Santa Lucia, o in un'altra spiaggia deliziosissima detta Posilipo. (p. 75)
  • La morte strappa l'uomo dalle mani di lui stesso, e lo gitta fra gli artigli della natura, che si precipita sulla sua vittima e la disforma in un baleno. O voi che siete condannati a rimanervi sulla terra senza la persona che vi fu cara, non v'inducete a mirarla in quegli istanti ch'ella si trattiene ancora quivi, e non è più. La nuova immagine sformata e brutta di morte vi turberà per sempre nella mente quella che già v'era tutta bella e scintillante del lume della vita; ch'è pure la sola cosa che può sopravvivere di lei. (p. 86)

Bibliografia[modifica]

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