Cesare Fiaschi

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Frontespizio del Trattato dell'imbrigliare, atteggiare & ferrare cavalli

Cesare Fiaschi (1523 – dopo il 1568), nobile italiano.

Trattato dell'imbrigliare, atteggiare & ferrare cavalli[modifica]

Incipit[modifica]

Principalmente il nobil Cavaliere, che si desidera rapportar honore dell'imbrigliare cavalli ha avertir alle parti buone, & cattive, che sono nel cavallo, & alli rimedij pertinenti, cosi all'une, come à l'altre, che qui saranno descritte, & à queste tre cose. Primieramente ch'esso cavallo habbia buona schiena, buone gambe, & buoni piedi & ciò sappia egli ò per haverlo sentito, ò veduto, ò inteso da chi in effetto l'habbia cavalcato.

Citazioni[modifica]

  • Non mancherà egli di leggere sempre pareri di diversi, cosi vecchi, come moderni, per farsi ben di questa virtu pratico, & sciente. Stia anco con l'occhio aperto all'altrui prove, & fatti; per vedere come riusciscono. Et ragionandosene apra l'orecchie, per intendere più opinioni, & pareri, facendo etiam spesse volte prove delle cose, non perdonando à fatica nè mentale, nè corporale. Et si procuri sempre di rasimigliarsi à quelli, che più all'honore d'una cosa mirano, che al guadagno; i quali totalmente hanno il loro animo, à quella applicato, che sin dormendo si sognano d'essa. (trattato 3, cap. 35)

Bibliografia[modifica]

  • Cesare Fiaschi, Trattato dell'imbrigliare, atteggiare & ferrare cavalli, Vincenzo Somasco, Venezia, 1603.

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