Constantin Meunier

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Constantin Meunier (1900 circa)

Constantin Meunier (1831 – 1905), pittore e scultore belga.

Citazioni su Constantin Meunier[modifica]

  • Constantin Meunier nulla ha portato di nuovo nella sensibilità scultoria. Le sue statue sono quasi sempre fusioni geniali dell'eroico greco con l'atletica umiltà dello scaricatore, del marinaio, del minatore. La sua concezione plastica e costruttiva della statua e del bassorilievo è ancora quella del Partenone o dell'eroe classico, pur avendo egli per la prima volta tentato di creare e divinizzare soggetti prima di lui disprezzati o lasciati alla bassa riproduzione veristica. (Umberto Boccioni)

Enrico Thovez[modifica]

  • Il Meunier è stato fra i primi, forse il primo, a vedere come nello sviluppo industriale odierno non tutto fosse distruzione di bellezza naturale e disarmonia patologica di forme. E stato dei primi a comprenderlo e ad esprimerlo con quella complessività di visione ed esclusivismo di tendenza che soli possono rendere un'opera convinta e duratura. Mentre i suoi colleghi si indugiavano all'impresa disperata di far rivivere i fauni e le ninfe, mentre, peggio ancora, vestivano di forme accademiche, fredde allegorie plastiche senza nucleo vitale, il Meunier si mescolò alla rude vita affaccendata dei minatori e dei meccanici, nel turbinoso vortice del Pays Noir, la triste regione vigilata dalle colonne dei camini fumanti instancabilmente contro il cielo tragico e spento, nell'aria grassa e spessa di polvere di carbone.
  • In che cosa consiste la superiorità dell'arte del Meunier sull'insieme dell'odierna statuaria europea? Essa è prima di tutto espressiva; è in secondo luogo tipica.
    In ogni età dell'arte l'intensità dell'espressione è stata aumentata avvicinando l'arte allo studio della realtà, e le ragioni ne sono ovvie. L'arte del Meunier fu dunque nelle sue basi un realismo; la realtà fu per lui come per Hunt, per Millais, per Millet, per Bastien Lepage l'ispiratrice diretta. E, come avvenne a tutti i reazionari contro l'accademismo, nel suo bisogno di sincerità umana egli discese ai gradi più bassi della scala, dove l'impulso naturale è più vivace e spontaneo, dove le fisionomie e gli atti non sono ancora stati falsati e resi insipidi dalle inibizioni dell'etichetta e della moda, discese agli operai, ai minatori, ai contadini.
  • Le sue tempere sono nere come il paese fumoso che ritraggono: ma se esse danno la suggestione grandiosamente poetica del torbido territorio che illustrano, sono troppo frettolose di disegno e deboli di tecnica pittorica per raggiungere una propria bellezza estetica. Il colore sporco applicato a tratti e a puntini, ma non puro come nei divisionisti, anzi molto nero, rende assai ripulsive le sue pitture. Molto migliori sono i suoi schizzi dal vero, a matita, franchi ed espressivi.
  • Tardi, ma in tempo, la plastica ha trovato il suo redentore. Il Millet della scoltura è Constantin Meunier.
    I futuri storici dell'arte spiegheranno scientificamente come mai l'interprete della poesia dell'industria moderna sia nato nel Belgio. L'influenza dell'ambiente sarà tirata in ballo e lo sviluppo industriale del Belgio ne farà le spese.
    Illusioni! Centinaia di scultori avevano visto i minatori all'opera nelle miniere, i pescatori sulla riva del mare, i falciatori nei prati, e non ne avevano saputo fermare il carattere, con quella limpida visione moderna che dà all'opera del Meunier il valore di un apostolato e il senso di una rivoluzione. L'influenza dell'ambiente è nulla se manca il temperamento. Ed il Meunier deve, come qualunque altro grande artista, il segreto della sua forza al suo temperamento, ad una sana, forte, limpida visione del vero non ottenebrata dall'insegnamento scolastico, al suo odio per le ipocrisie accademiche, alla sua simpatia ardente per la realtà, ma sopratutto al suo senso della poesia del mondo moderno.

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