Dione

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Dione di Siracusa raffigurato dopo la presa della fortezza aretusea.

Dione (408 a.C – 354 a.C), filosofo e tiranno siceliota.

Citazioni di Dione[modifica]

  • [In merito alla morte di Dionisio I e all'intronizzazione di Dionisio II] Se mai altra volta, certo ora potrà attuarsi la nostra speranza che filosofi e reggitori di grandi città siano le stesse persone. (da una lettera a Platone; in Platone, Lettera VII, 328a[1])

Citazioni su Dione[modifica]

  • [Platone] Lacrime per Ecuba e per le donne troiane | filarono già le Moire, quando esse nacquero; | a te, invece, Dione, che per le tue belle opere | celebravi la vittoria, versarono le dèe ampie speranze. | Nella tua grande patria, dai concittadini onorato, giaci, O Dione, | tu che con follia d'amore mi hai stravolto l'animo. (Diogene Laerzio)

Platone[modifica]

  • Ho paura d'essere stato proprio io, inconsapevolmente e senza accorgermene, a porre i presupposti per la caduta della tirannide, quelle volte che mi incontrai con Dione, allora giovane, e gli dimostrai per via di ragionamento ciò che mi pareva essere il meglio per l'uomo, esortandolo a realizzarlo.
  • O Dione, col tuo amore hai reso pazzo il mio cuore.
  • Io, cittadino ateniese, amico di Dione, suo alleato, mi recai dal tiranno per cambiare in amicizia un rapporto di ostilità; combattei contro i calunniatori, ma ne fui sconfitto. Tuttavia, per quanto Dionigi con onori e ricchezze cercasse di tirarmi dalla sua parte per usarmi come prova a favore della legittimità dell'esilio di Dione, in questo fallì miseramente.
  • Platone agli amici e ai familiari di Dione con l'augurio di felicità.
    Mi avevate comunicato che avrei dovuto ritenere i vostri progetti in tutto uguali a quelli di Dione, e mi chiedevate anche di essere al vostro fianco per quanto potevo con l'azione e la parola. Ed io, se la vostra mente e il vostro cuore sono gli stessi di quelli di Dione, non ci penso due volte a unirmi a voi, altrimenti dovrò rifletterci molto. Ora, dunque, vorrei dirvi quel che pensava e desiderava, dato che lo conosco bene e non per sentito dire. Quando io arrivai la prima volta a Siracusa avevo all'incirca quarant'anni –, Dione aveva l'età che oggi ha Ipparino, e proprio allora maturò quell'idea che in seguito non mutò più: era convinto, cioè, che i Siracusani meritassero la libertà, sotto la guida delle migliori leggi. A tal punto non c'è nulla di strano che un qualche dio suggerisse il medesimo progetto politico anche ad Ipparino. Comunque è importante che giovani e non giovani ascoltino il modo in cui si formò questo pensiero. Cercherò dunque di illustrarvelo fin dall'inizio, approfittando di questa occasione propizia.
  • Se mi darai ascolto e verrai in Sicilia, per prima cosa la situazione di Dione verrà regolata secondo i tuoi desideri – desideri che saranno senz'altro ragionevoli e ai quali io non farò opposizione; in caso contrario, nulla si farà di quanto tu desideri per i suoi affari e per lui. (Dionisio II a Platone)
  • Mi recai alla corte del tiranno, io, ateniese, amico di Dione e suo alleato, per cercare di riportare fra di loro l’amicizia dopo l’ostilità [tra Dione e Dionisio II]; ma fui sconfitto dalle maldicenze dei calunniatori. Allora Dionisio, offrendomi onori e ricchezze, cercò di convincermi a passare dalla sua parte, di diventargli amico, dando così testimonianza che l’esilio di Dione era meritato: ma non riuscì nel suo intento.

Note[modifica]

  1. Traduzione in Bonacasa, Braccesi, De Miro, La Sicilia dei due Dionisî, «L'erma» di Bretschneider, 2002, p. 11.

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