Enrico Ferri

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Enrico Ferri

Enrico Ferri (1856 – 1929), criminologo, giornalista e politico italiano.

Citazioni di Enrico Ferri[modifica]

  • Senza farne una radiografia, tutto fa supporre che Mussolini abbia una tiroide eccezionale. (citato in Leo Longanesi, In piedi e seduti, Longanesi & C., 1968)
  • Per vincere una causa, ricordati sempre che ci vogliono tre cose: aver ragione, saperla far valere e trovare chi la dia. (citato in Fernando Palazzi, Enciclopedia degli aneddoti, n. 8612)

Incipit di La scuola criminale positiva[modifica]

Doveano essere ben forti le ragioni che da Siena mi trassero qui, dove tanto fulgore di vita anima ed accendo il pensiero. Il desiderio di amici lontani, l'invito gratissimo e lusinghiero di giovani compagni di studio, ai quali, come a me, sorride la primavera sacra della scienza, ed ai quali attesto fin d'ora la più sincera riconoscenza: ecco le ragioni che qui mi condussero. Ma, sopra tutto, la convinzione profonda, che Napoli è suolo dove il germe di ogni nuovo principio e d'ogni alto ideale ha sempre la sua maggiore espansione per l'intuito felicissimo di questo popolo, in cui più vivamente italiana palpita l'anima d'Italia. Napoli dove il diritto criminale ha contato da Filangieri, Pagano e Niccolini fino a Zuppetta ed a Pessina, grandi maestri di una scuola, alla quale noi vogliamo succedere non per mania di demolizione ma con intelletto d'amore, con riverente affetto e per l'indeclinabile dovere di evolvere ciò che essi non poterono, perché ogni epoca ha la sua missione scientifica.

Citazioni su Enrico Ferri[modifica]

  • A questo uomo servivano le soddisfazioni di pubblico, che può dare la propaganda socialista. Inoltre pensando egli come la folla, nella forma immediatamente sociale della parola parlata, deve sentire una grande inclinazione ai bisogni ideali di questa ed alle sue esigenze pratiche. Tutto ciò ha fatto il socialismo del Ferri, il quale però, venendo al socialismo, rimase monarchico e conservatore, come era sempre stato, senza preoccupazione di acquistare una cultura specificamente socialista, convinto che il suo cervello bastava a tutto ed egli non aveva bisogno d'imparare niente. E ci venne sopratutto, perché, nell'alto sentimento che ha di sé stesso, era convinto che avrebbe primeggiato su tutti, nel Partito, e che presto, rispetto all'Italia socialismo e fermismo sarebbero state una cosa sola; e lui doveva pensare che valeva meglio essere primo fra i socialisti, che uno qualunque nei partiti costituzionali. (Arturo Labriola)
  • Contro il riformismo, egli si ergeva a rappresentante e fautore del più assoluto intransigentismo, senza però sostenere l'intransigenza con una salda concezione politica. Per il fascino personale e per la suggestione del suo rivoluzionarismo oratorio, Ferri riuscì tuttavia a conseguire notevoli successi personali nel partito, come l'uomo più rappresentativo della sinistra intransigente, ma anche disponibile, come si vide in seguito, a conversioni di rotta e a mediazioni di potere. (Emilio Gentile)
  • Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la più piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia […] di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, Claudio Treves, Enrico Ferri, Filippo Turati). (Manifesti futuristi)
  • Mi pare che l'Orano abbia bene qualificata l'oratoria del Ferri un'oratoria «fisica» fatta cioè di gesti, di suoni di voce, di movimenti plastici e di parole piene. La secchezza del sentimento mantiene lontano il Ferri dalla grande eloquenza; la estrema volgarità del pensiero, sempre addetto alle cose più comuni ed evidenti, estraneo alle sublimi vertigini delle regioni superne dello spirito, lo costringono nell'orbita degli stessi pensieri dell'uditorio innanzi al quale si trova. Ciò lo rende simpaticissimo ai suoi pubblici, che sapendo il Ferri accompagnato da una fama di scienza e trovando tutto chiaro nel suo dire, provano una grande soddisfazione dell'amor proprio ascoltandolo e comprendendo. (Arturo Labriola)
  • Nel dicembre 1901, espulso per la violenza del suo linguaggio da una seduta della Camera, in cui si dibattevano le condizioni del Mezzogiorno, ruppe dal di fuori un vetro dell'aula e, messa la testa nel buco, gridò: "Continua, nevvero, la camorra parlamentare?" (citato in Storia d'Italia UTET coordinata da Nino Valeri, vol. IV, p. 595)
  • Enrico Ferri era un ciarlatano politico: bello, eloquente e vanitoso, egli doveva cambiar d'opinione più volte per finire col trescare con il fascismo. (Denis Mack Smith)

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