François Guizot

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François Pierre Guillaume Guizot

François Pierre Guillaume Guizot (1787 – 1874), politico e storico francese.

Citazioni di François Guizot[modifica]

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  • Quanto alle ingiurie, alle calunnie, alle collere esteriori, le si può moltiplicare, ammassare finché si vorrà, non le si innalzerà mai al di sopra del mio sdegno.
Quant aux injures, aux calomnies, aux colères extérieures, on peut les multiplier, les entasser tant qu'on voudrà, on ne les élèvera jamais ai-dessus de mon dédain. [1]
  • Signori, si cade sempre dalla parte da cui si pende.[2]

Citazioni su François Guizot[modifica]

  • Guizot è piccolo e gracile, ma ha volto espressivo, un bell'occhio e molto fuoco nello sguardo. Il gesto e l'aspetto hanno alcun che di severo e di pedantesco, proprio a tutti i professori, e particolarmente a quelli della setta dottrinaria: la setta dell'orgoglio. La sua voce piena, sonora, risoluta, non si presta alle flessibili emozioni dell'anima, ma è di rado velata o sorda.
    Egli si compone ad un esteriore austero, e tutto in lui è grave, persino il sorriso. La quale severità di costume, di portamento, di massime e di linguaggio, non dispiace, forse a cagione del contrasto che offre colla leggerezza dello spirito francese. È un pedagogo nella sua cattedra, che lascia sempre travedere sotto la veste una piccola parte del suo staffile. (Louis Marie de Lahaye de Cormenin)
  • Letterato, non fu studioso di leggiadria, ma assai geloso della proprietà del dire, come mostrano i suoi Sinonimi; egli amò ed onorò l'arte, non la minuta, ma la grande, quella di Corneille e di Shakespeare. Egli illustrò l'uno e tradusse l'altro. (Eugenio Salomone Camerini)
  • Oratore, il Guizot ebbe l'intrepidità di una coscienza pura e ferma, e l'eloquenza che viene da un vasto sapere e dalla pratica delle cose del mondo: perito sovra ogni altro nelle norme costituzionali e nella storia inglese, era sovrano nell'angusto cerchio della Carta. Come nelle interne, così nelle questioni esterne vinceva facilmente i declamatori della sinistra. Le cause più disperate gli crescevan l'ingegno; e gl'insulti più acerbi elevavan la sua parola. Non era mai colto sprovveduto: e le folgori più acute gli cadevano spente ai piedi. (Eugenio Salomone Camerini)

Note[modifica]

  1. Citato in Maurice Toesca, Un homme heureux, Albin Michel, Paris, 1984 ISBN 2226020594, p. 110.
  2. Da Discorso alla Camera dei Deputati francese, 5 maggio 1837; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894

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