Friedrich Hebbel

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Friedrich Hebbel nel 1851

Christian Friedrich Hebbel (1813 – 1863), poeta e drammaturgo tedesco.

Citazioni di Friedrich Hebbel[modifica]

  • Maria: la terra vergine cercata dagli alchimisti.
    Il disgusto dell'umanità di fronte a se stessa fu la radice del Cristianesimo. (dagli appunti per Christus; citato in Domenico Porzio (a cura di), Incontri e scontri col Cristo, M. Ferro, Milano, 1971, vol. I, p. 9)

Diari[modifica]

Incipit[modifica]

Inizio questo quaderno non soltanto per far piacere ai miei futuri biografi, benché, secondo le mie prospettive sull'immortalità, posso esser sicuro che ne avrò uno. Deve essere un notiziario del mio cuore, e conservare fedelmente, per la mia edificazione futura, le note che dà il mio cuore.

[Traduzione di Scipio Slataper]

Citazioni[modifica]

  • Molto spesso soltanto il rivedersi è la vera separazione. (n. 24)
  • Si può estasiare gli dei, ma non far piangere i porci. (1912; n. 97)
  • — Butta via per non perdere —: è la migliore regola di vita. (1912; n. 265)
  • La vita è soltanto un'altra morte. Il principio della vita, non la fine, è la morte. (1912; n. 284)
  • Nell'inferno della vita non entra che l'alta nobiltà del genere umano: gli altri stan di fuori e si riscaldano. (1912; n. 299)
  • La più grande sciocchezza del sorcio è che, caduto in trappola, non si mangia almeno il lardo che l'ha sedotto. (1912; n. 319)
  • Non ci si dovrebbe lagnare che tutto è mutabile. Il mutabile, se ci tocca veramente, ci risveglia un immutabile. (1912; n. 351)
  • Il genio è la coscienza del mondo. (1912; n. 377)
  • Chi chiama un male il prurito certo non pensa al grattarsi. (1912; n. 533)
  • L'uomo non può far mai un complimento a una verità, senza camminar sui piedi all'altra. (1912; n. 552)
  • C'è della gente che sta più in pace nella menzogna altrui, che nella propria verità. (1912; n. 586)
  • In fondo l'uomo esiste solo per mezzo dei suoi bisogni. (1912; n. 746)
  • Fino alla morte può ciascuno vivere senza cibo né bevanda: ciò si chiama però morir di fame. (1912; n. 835)
  • Tutta la vita è una contraddizione digeribile. (n. 1271)
  • Non ciò che l'uomo è, ma solo ciò che fa è la sua proprietà che non potrà mai perdere. (n. 1980)
  • Soltanto attraverso l'amore l'uomo può essere liberato da se stesso. (n. 2115)
  • Il colpo che rimane nel fucile lo rovina. Come la forza nell'uomo. (n. 2161)
  • Alla gioventù viene spesso mosso il rimprovero di credere che il mondo inizi soltanto con essa. Vero. Ma i vecchi credono ancora più spesso che il mondo termini con loro. Cosa è peggio? (n. 2435)
  • Vivere significa essere di parte. (n. 2613)
  • La gioia generalizza l'uomo, il dolore lo individualizza. (n. 4083)
  • Ci si può certamente chiedere: cosa sarebbe l'uomo senza gli animali? Ma non viceversa: cosa sarebbero gli animali senza l'uomo? (n. 5579)
  • Se la lingua fosse un prodotto dello spirito logico invece di quello poetico ne avremmo soltanto una. (n. 5634)
  • Non si conquista il mondo soltanto come condottiero assoggettandolo, ma anche, come filosofo, analizzandolo, e, come artista, accogliendolo in sé e generandolo nuovamente. (n. 5941)
  • Spesso sembra che sia il diavolo a battere alla porta, mentre è soltanto lo spazzacamino. (n. 5995)
  • I motivi di un'azione mutano il più delle volte durante l'azione stessa e appaiono, almeno dopo l'azione, del tutto diversi: questo è un dato importante, che la maggior parte dei drammaturghi trascura.[1]

Note[modifica]

  1. Citato in Giorgio Zampa, Presentazione, in Friedrich Hebbel, Judith, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1983, p. XIV.

Bibliografia[modifica]

  • Friedrich Hebbel, Diario, traduzione e introduzione di Scipio Slataper, Carabba, Lanciano, 1912.
  • Friedrich Hebbel, Diari, a cura di Lorenza Rega, Diabasis, Reggio Emilia, 2009.

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