Gengoroh Tagame

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Gengoroh Tagame al Festival d'Angoulême del 2017

Gengoroh Tagame (1964 – vivente), fumettista giapponese

Citazioni di Gengoroh Tagame[modifica]

  • Ero convinto che disegnare gli ambienti non mi interessasse... Poi ho capito che se un luogo è pieno di cose che mi piacciono, lo disegno volentieri[fonte 1].
  • La violenza è il nocciolo dei miei lavori. Non mi interessano il bondage[1] e il sadomasochismo come moda, sono attratto dalle forme espressive della violenza e mi appassionano i rapporti umani che intercorrono tra le figure del dominatore e del dominato[fonte 1].
  • Mapplethorpe mi ha influenzato tantissimo. Era il mio idolo quando avevo diciotto anni, assieme all'illustratore Tom of Finland...[fonte 1]
  • Sembra che i lettori non ricerchino più la storia nei fumetti erotici. Anzi, la storia e l'atmosfera erotica vengono considerate quasi un disturbo. Com'è successo in passato con i video, anche il fumetto erotico pare sia diventato solo un mezzo per agevolare la masturbazione[fonte 1].
  • Tra le persone che ho conosciuto all'università c'era una ragazza che voleva diventare disegnatrice di fumetti per bambine. Le ho mostrato i miei lavori senza farmi problemi, visto che in ambito scolastico non nascondo il fatto di essere omosessuale. Lei mi disse che potevano essere pubblicate su June, una famosa rivista di fumetti di genere yaoi[2]. Ho seguito il suo consiglio e spedito i miei lavori alla redazione di June che li pubblicò. Questa è stata la mia prima esperienza professionale nel mondo dei manga[fonte 1].
  • [Dice di aver scoperto i libri del Marchese De Sade] Tramite il cinema di Pier Paolo Pasolini... Avevo appunto tredici anni quando in Giappone è stato presentato il suo film Salò o le 120 giornate di Sodoma. Le recensioni sui giornali mi avevano incuriosito e volevo vederlo. Solo che, essendo un film vietato ai minori di diciotto anni non potevo entrare al cinema. Però il libro a cui si ispirava era venduto senza problemi nelle librerie, quindi l'ho comprato e letto[fonte 1].


NipPop 2018: intervista e talk show con Gengoroh Tagame

Articolo pubblicato su AnimeClick.it, 22 giugno 2018

  • Lavorando a Il marito di mio fratello mi sono dovuto confrontare con una serie di temi e personaggi che non avevo mai trattato, ad esempio per il personaggio di Kana, che è una bambina di nove-dieci anni dall'aspetto molto carino. Mi sono dovuto esercitare molto per disegnarla, perché era una cosa che non avevo mai fatto prima. Ci sono anche molte scene di vita quotidiana, con personaggi che cucinano, fanno le pulizie o il bucato, e questo non lo avevo mai fatto prima, quindi mi sono dovuto esercitare.
  • [Parla de Il marito di mio fratello] Ho pensato questa storia come un manga per tutti, assolutamente priva di scene di pornografia, anche se ogni tanto c'è qualche nudo maschile, una sorta di "pegno" che devo pagare al mio pubblico più affezionato. Ho fatto questo perché volevo creare un manga che potesse essere letto anche da ragazzi giovani senza venir sequestrato dai genitori.
  • ["Da dove viene la sua passione per l'arte italiana?"] Quando ero bambino, a casa avevamo libri e illustrazioni rappresentanti alcuni dei dipinti più importanti di Europa e in generale dell'occidente. Mi batteva il cuore ogni volta che c'erano immagini ritraenti nudità maschile. Se devo nominare alcuni pittori che mi hanno fatto avvicinare all'estetica italiana, mi vengono in mente Caravaggio e Michelangelo, ad esempio.
  • Se è vero che per Il marito di mio fratello ho cercato di mettere in target anche un pubblico etero, è vero anche che io stesso, come mangaka giapponese apertamente gay, posso forse contribuire ad aiutare questa minoranza sessuale. È un peccato che una parte dei miei lettori non abbia supportato questa mia opera. Tuttavia, è un po' come quando un'attrice sexy e formosa non interpreta una scena di nudo, la reazione del pubblico può essere duplice: da una parte, c'è chi l'apprezza come attrice e la supporterà; dall'altra, c'è chi apprezza soltanto il suo corpo e ne resterà deluso. Anche i miei lettori sono così.
  • Boys Love[2] non vuol dire cultura gay. Nel Boys Love vengono prese in considerazione due figure: l'attivo e il passivo. Una delle ragioni è che le case editrici hanno un pubblico che non è interessato alla promozione della cultura gay, ma di portare avanti un concetto eterocentrico del rapporto omosessuale, perché attivo e passivo altro non sono che una riconduzione di uomo e donna. Nel Boys Love c'è una caratterizzazione molto specifica di questi personaggi e non lo trovo gradevole. Quando mi viene chiesto se io sia attivo o passivo, mi dà l'idea di una vera e propria molestia sessuale.
  • Il finale di una storia non sempre è deciso a priori, dipende dagli elementi della stessa. La regola di base delle mie storie, tuttavia è sempre quella: l'accettazione dell'omosessualità o del proprio ruolo masochista. Se il personaggio lo accetta, c'è un lieto fine. Penso che accettare se stessi sia la cosa più importante per essere felici.
  • Il mio schema, soprattutto per le storie lunghe, è creare innanzitutto l'incipit, avere un'idea indicativa della scena finale e poi man mano creare quello che c'è in mezzo. Cerco, tuttavia, di non pensare a cosa narrare nei singoli capitoli prima di lavorarci, vado a istinto, e questo spesso ha portato a soluzioni che mi hanno sorpreso.

Note[modifica]

  1. Una pratica sessuale in cui uno dei partner viene immobilizzato, o ne viene limitata temporaneamente la capacità sensoriale. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  2. a b Con i termini boys love e yaoi si indica un genere di manga scritto e disegnato da donne e destinato a un pubblico femminile che tratta di relazioni fisico-romantiche omosessuali maschili. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.

Fonti[modifica]

  1. a b c d e f Dall'intervista Incontro con Gengoroh Tagame pubblicata su Racconti Estremi, Edizione Black Velvet, Bologna, gennaio 2009, ISBN 9788896197011.

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