Giancarlo Santalmassi

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Giancarlo Santalmassi (1941 – vivente), giornalista italiano.

Dalla diretta del TG2 dell'incidente di Vermicino

Rai Rete 2, 10-13 giugno 1981

  • Volevamo vedere un fatto di vita, e abbiamo visto un fatto di morte. Ci siamo arresi, abbiamo continuato fino all'ultimo. Ci domanderemo a lungo prossimamente a cosa è servito tutto questo, che cosa abbiamo voluto dimenticare, che cosa ci dovremmo ricordare, che cosa dovremo amare, che cosa dobbiamo odiare. È stata la registrazione di una sconfitta, purtroppo: 60 ore di lotta invano per Alfredo Rampi.
Commentando a posteriori la vicenda
  • [In riferimento alle prime immagini inviate da Vermicino] Mi hanno chiamato in moviola a vedere [...] sentire il grido intubato di quel bambino e le urla della madre è stato un brivido assoluto [...] c'erano tutte le teste intorno alla porta della moviola per vedere cosa stava succedendo. Quando quella gente lì si fermava vuol dire che la sostanza c'era, e quella mattina [10 giugno 1981] c'era, oh se c'era[1].

Da "Il servizio pubblico? Si deve rifondare completamente e reinventare". Intervista a Giancarlo Santalmassi

Intervista di Barbara Scaramucci, Articolo21.org, 13 marzo 2016.

  • Il partito [la democrazia cristiana] era squassato dal primo grande scandalo della politica italiana, quello della Lockheed. Vi erano rimasti impigliati un socialdemocratico, Mario Tanassi gia ministro della difesa, e due democristiani, Mariano Rumor e Luigi Gui. Uno scandalo, mondiale per la verità, che travolse la corona olandese e anche il primo ministro del Giappone.
  • Non credo che sia possibile cacciare la politica fuori della Rai. A ogni tornata di nomine lo si scopre tra le polemiche.
  • Con il web il mestiere di giornalista è profondamente in crisi. Tra notizie false che sembrano vere, notizie verosimili e notizie fondate, la differenza sfuma, si fa inafferrabile.
  • Il web, visto che non ha limiti di spazio e di altro, spesso dà spazio allo sfogo, alle frustrazioni da scrittore del giornalista. Ma non funziona. Ogni strumento ha il suo linguaggio, e se non lo si parla, il contenuto non parte.

Note[modifica]

  1. Da L'Italia di Alfredino, "La storia siamo noi", Rai 3, 16 giugno 2011

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