Giulio Bizzozero

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Giulio Bizzozero

Giulio Bizzozero (1846 – 1901), medico italiano.

  • La tubercolosi perseguita l'umanità dai tempi più remoti, e fino dai tempi più remoti datano gli sforzi dell'uomo per combatterla. La natura di questi sforzi doveva mutare, di necessità, a seconda del concetto che i medici dell'epoca o del paese si erano fatto della malattia, e specialmente dell'opinione che professavano riguardo alla sua contagiosità. Intorno alla quale le controversie furono vivacissime, senza che potessero trovare una soluzione definitiva nei risultati dell'osservazione e dell'esperienza [...] nella seconda metà del secolo scorso in Italia era generale la credenza che la tubercolosi, massime nella sua forma più comune di tisi polmonare, fosse di natura contagiosa; e, in ossequio a questa credenza, noi troviamo nel Granducato di Toscana, nella Repubblica veneta, negli Stati della Chiesa, nel Regno di Napoli, ecc., pubblicati degli editti in cui venivano prescritte norme rigorosissime per evitare il contagio; norme che, per buona parte, salvo naturalmente i miglioramenti introdotti poi dalla scienza, consuonano con quelle patrocinate dagli igienisti d'oggidì. (da Contro la tubercolosi, pp. 31-32)

Incipit di alcune opere[modifica]

Contro la tubercolosi[modifica]

L'importanza sociale della difesa contro la tubercolosi appare evidente, per poco che si considerino il numero e la gravità delle malattie cui dà luogo, e il numero delle vittime. Mi perdoni il lettore se, per fargli toccare con mano tutta la gravità del male, dovrò per poco usare di un linguaggio ordinariamente riserbato ai medici, e fargli passare dinanzi agli occhi delle immagini ben diverse da quelle che sogliono popolare le pagine delle opere letterarie.

Sui rapporti della tubercolosi con altre malattie[modifica]

I notevoli lavori pubblicati in questi ultimi anni sulla struttura e sulla diffusione dei tubercoli mi hanno dato impulso ad istituire una serie di ricerche, nelle quali mi era proposto di controllare le osservazioni altrui, al fine di determinare qual parte di esse fosse consentanea al vero; giacché in questi tempi, in cui così grande è il numero delle pubblicazioni che riguardano le scienze da noi coltivate, insieme a frequenti lavori che segnano un vero progresso, vengono alla luce, non meno copiosi, dei lavori che si fondano o su osservazioni inesatte, o su interpretazioni erronee od unilaterali.

Bibliografia[modifica]

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