Giuseppe Acerbi

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Giuseppe Acerbi

Giuseppe Acerbi (1773 – 1846), esploratore, scrittore, archeologo, naturalista e musicista italiano.

Viaggio al Capo Nord fatto l'anno 1799[modifica]

Incipit[modifica]

Il sig. Acerbi incominciando il racconto del suo Viaggio prende le mosse da Helsinbourg dirigendosi a Gottembourg. Questa è la seconda città della Svezia, assai mercantile. Conta 15 mil'anime; e nel suo interno si rassomiglia assai alle città olandesi. Giace poi sopra un suolo terribilmente sterile, coperto di piccole roccie simili al basalto. Dicesi, che vi si vive più piacevolmente che a Stockholm, trovando dappertutto urbanità, ospitalità, e niuno impaccio di formalità e di etichetta. Le donne sono belle, graziose, amabili, e di conversazione piacevolissima.

Citazioni[modifica]

  • [...] niun'altra regola potemmo vedere da costoro [i lapponi] osservata, se non quella dell'appetito e dell'istinto. Quando non erano occupati a mangiare, dormivano, o pipavano. (cap. XIII)
  • Liberi per diritto imperscrittibile di natura, non concepiscono punto la necessità di leggi, atteso il modo con cui vivono. Il paese che abitano, non converrebbe ad alcun'altra razza d'uomini. Essi trovano nella carne delle renne, e in un vegetabile che ogni animale rigetta, il nudrimento ad essi adattato. Società? la trovano nella unione di alcune famiglie, avvicinate da bisogni comuni; e quando accade che due famiglie di questo genere si trovino sul medesimo suolo colle loro greggie, v'è spazio bastante perché l'una si accosti all'altra, e le tenga il discorso che Abramo tenne a Lot: Se tu prendi a mano manca, io andrò a mano dritta; e se tu andrai alla dritta, io andrò a manca. (cap. XIII)

Explicit[modifica]

Al contrario il viaggiatore meridionale, che penetra nel Nord, presto è chiamato al confronto degli oggetti presenti, e di quelli che ha lasciati nel suo paese; e nella nuova scena, che gli si apre d'innanzi, una potente voce della sua coscienza gli svela tutte le illusioni, tutte le vanità, tutti gli errori degli uomini, che nella ebrietà di un esagerato incivilimento non avveggonsi come si sono lasciati allontanare dalla vera via della natura; e che seguendo le lusinghe di un perfezionamento non giustamente inteso, s'inabissano ognor più in un vortice seduttore, ove la natura è smentita, la virtù falsata, e la vera felicità ottenibile sulla terra è tanto più sospinta lungi da noi, quanto più ardentemente da noi è cercata. Egli sarebbe un predicatore fallito, se prendesse a voler disingannare una generazione troppo profondamente avanzata in una sì deplorabil carriera. Ma il suo spirito si è fortificato nella fede della verità. La verità ch'egli ha veduta nel suo più chiaro splendore, è divenuta la reggitrice delle sue morali abitudini. So quanto è apprezzabile tutto ciò, che mette i suoi concittadini in delirio; e senza esporsi a predicare al deserto, colle sue opere e colla sapienza de' suoi principii farà ancora qualche bene.

Bibliografia[modifica]

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