Giustina Renier Michiel

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Busto di Giustina Renier Michiel, opera di Pietro Zandomeneghi (Palazzo Loredan di Campo Santo Stefano, Venezia)

Giustina Renier Michiel (1755 – 1832), scrittrice e salottiera italiana.

Incipit di Origine delle feste veneziane[modifica]

Non sono d'accordo fra loro intorno all'epoca della fondazione della città di Venezia, e quindi né meno intorno a quella della festa instituita per celebrarla, li nostri Cronisti medesimi. In tale incertezza, mancandoci documenti sicuri, non ci resta che la lusinga di accostarci al vero, col percorrere la Storia de' primi secoli di quest'Isolani. E se ad onta di ciò non verremo a scorgere che simil festa sia veramente stata la prima instituita in queste lagune, una tale indagine almeno varrà a farci conoscere la nascita di una repubblica, che occupò lo spirito di tanti scrittori, e diede argomento ora ad elogi esagerati, ed ora a critiche eccessive ed ingiuste.

Citazioni su Giustina Renier Michiel[modifica]

  • Daremo principio col nome più caro fra tutte [le veneziane d'ingegno], e certo il più celebre: con quello della Renier Michiel Giustina. Di essa forse sarebbe meglio non dir parola perché il suo solo nome è un elogio, e perché la gentile poetessa trovò un sommo lodatore e biografo nell'indimenticabile Luigi Carrer, che la pose prima delle sette gemme veneziane, nel suo libro, descritte. (Filippo Nani Mocenigo)
  • Eruditissima, manierosa, cortese, raduna intorno a se scelto numero di persone, ch'ella sa farsi amiche vere ed ammiratrici, e che intertiene con quel genere di colto ma semplice discorso, svestito d'arte e di raggiro, ch'è per eccellenza caratteristico del vero sapere. Rettissimo e caldo amore di patria si scorge sempre ne' suoi scritti. (Ginevra Canonici Fachini)
  • L'Opera delle Origini delle Feste Veneziane, scritta dall'Autrice medesima nelle due lingue francese e italiana, è stata dal culto pubblico assai bene accolta; né il leggiadro pensiero poteva essere creato che da una mente assuefatta alle più nobili e delicate rimembranze, da un animo pieghevole alle sensazioni le più soavi, da un cuor buono, da un intelletto ornato di vaste cognizioni storiche, di sana critica, di fino accorgimento. (Ginevra Canonici Fachini)
  • Profondo nella Renier Michiel fu l'affetto verso la patria, ed acuto il dolore, che provò per la sua caduta[1]: e con onore si ricorda quel tratto nobilissimo di lei, quando nel giorno angoscioso della fine di Venezia, minacciandosi stragi e compiendosi saccheggi, essa si rivolse ai giovani patrizii Tommaso Mocenigo Soranzo e Bernardino Renier, che erano presso di lei dicendo: che state? salvate almeno la città, se non v' è possibile la repubblica. (Filippo Nani Mocenigo)

Note[modifica]

  1. Allusione all'occupazione napoleonica della Repubblica di Venezia nel 1797.

Bibliografia[modifica]

  • Giustina Renier Michiel, Origine delle feste veneziane, vol. I, presso gli Editori degli annali universali delle scienze e dell'industria, Milano, 1829.

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