Isabella d'Aragona (1470-1524)

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Isabella d'Aragona

Isabella d'Aragona (1470 – 1524), moglie di Gian Galeazzo Maria Sforza, duchessa consorte di Milano e duchessa sovrana di Bari.

Citazioni su Isabella d'Aragona[modifica]

  • A Pavia, co' poveri figliuoletti vestiti di bruno, come prigioniera si rinchiuse [dopo la morte del marito] in una camera et gran tempo stette giacendo sopra la dura terra che non vide aria. Dovrebbe pensare ogniuno l'acerbo caso della sconsolata duchessa, et se più duro havesse il cuore che diamante piangerebbe a considerare qual doglia doveva essere quella della sconsolata e infelice moglie, in un punto vedere la morte del giovanetto et bellissimo consorte, la perdita di tutto il suo Imperio, e i figliuoletti a canto orbati di ogni bene; il padre e 'l fratello con la casa sua cacciati dal Reame di Napoli, et Ludovico Sforza con Beatrice sua moglie[1] haverle occupato la signoria. (Bernardino Corio)
  • La moglie [del duca Gian Galeazzo], la giovane Isabella, non meno gaia e spensierata del marito finché la salute di costui fu buona, condivideva quasi tutti i suoi spassi. Sovente salivano ambedue in groppa allo stesso cavallo, e, come giovani centauri, si lanciavano a corse pazze attraverso i boschi e le brughiere. Altra volta, più dimessamente, girellavano quà e là nei viali del bosco ducale che circondava il ricco castello – (vedremo a suo tempo quali meraviglie di lusso e di eleganza il castello di Pavia raccogliesse) – e finivano nel zardinetto a prender il fresco o nell'orto a raccoglier asparagi e insalata. (Francesco Malaguzzi Valeri)
  • O discesa dal ciel lucente stella | Sol per onore del mondo e di natura, | El sole in quella parte adombra e scura | Ov' e belli occhi volge or l'Isabella. (Bernardo Bellincioni)
  • Quivi fra Isabella moglie del Duca, et Beatrice, per voler ciascuna di loro prevalere all'altra, tanto del luogo, et ornamento, quanto in altra cosa, nacque sì gran concorrenza e sdegno, che finalmente sono state cagioni della total ruina del loro Imperio. (Bernardino Corio)

Note[modifica]

  1. Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, zio di Gian Galeazzo, reggente (sino alla morte del nipote) del Ducato di Milano e sua moglie Beatrice d'Este.

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