Julien Ries

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Lo stemma di Julien Ries

Julien Ries (1920 – 2013), storico delle religioni, cardinale e arcivescovo cattolico belga.

Citazioni di Julien Ries[modifica]

  • L'opera di F.C. Baur[1] (Die christliche Gnosis, Tubingen 1835) costituisce una prima sintesi dello gnosticismo considerato quale filosofia religiosa. Baur vede nella gnosi un pensiero religioso che nasce ad Alessandria grazie ai contatti tra il cristianesimo, il giudaismo e il paganesimo. La corrente gnostica è una filosofia ispirata al platonismo, modificata dal contatto con il pensiero giudaico reinterpretato da Filone, e costituente il punto di partenza di una filosofia cristiana. Secondo Baur, la filosofia platonica fa il suo ingresso nel pensiero cristiano attraverso Filone. (da Gli gnostici. Storia e dottrina, parte prima, cap. I, p. 10)

Manicheismo: un tentativo di religione universale[modifica]

Incipit[modifica]

La lotta tra manicheismo e cristianesimo fu lunga ed aspra. I cristiani avevano a che fare con un avversario abile quanto ai metodi e temibile quanto alla dialettica. Sorta in Persia verso la metà del III secolo, la dottrina di Mani si è diffusa nei mondi orientale e occidentale in meno di un secolo. Nel IX secolo, Fozio e Pietro di Sicilia ne incontrano in Armenia alcuni seguaci chiamati pauliciani. Nella stessa Europa della fine del Medioevo, valdesi, bogomili e albigesi hanno fatto rivivere alcuni degli errori manichei. Non sorprende quindi che i teologi cattolici accusino i protestanti di essere manichei redivivi, ossia degli eretici manichei. Lo studio del manicheismo, del suo fondatore e della sua storia ha avuto dunque inizio nel XVI secolo, in occasione della controversia tra cattolici e protestanti.

Citazioni[modifica]

  • In conclusione [secondo Baur[1]], il manicheismo appare come un tentativo di sintesi delle forze religiose pagane precedenti al cristianesimo. In un ultimo sussulto, le sapienze orientali si riuniscono e, tramite una magistrale sintesi, tentano di sedurre lo spirito umano già orientato alla dottrina di Gesù. Tutta l'iconografia manichea e soprattutto il suo concetto della luce richiedono quindi un'interpretazione allegorica: se la dottrina di Cristo si propone di indicare all'uomo la necessità di prendere coscienza della sua vita e delle sue responsabilità, quella di Mani invece vi contrappone una concezione secondo cui la morale umana sarebbe solo il riflesso di un conflitto esterno alla vita umana, la lotta tra il bene e il male. Il manicheismo si colloca dunque a metà strada tra il paganesimo antico e il cristianesimo. (parte prima, cap. II, p. 44)
  • Il manicheismo è una religione del Libro. Agli occhi di Mani, lo scacco di Zarathustra, del Buddha e di Gesù si spiega con il fatto che essi hanno trascurato di scrivere personalmente i testi delle loro rivelazioni. È la ragione per cui Mani si è preoccupato di redigere egli stesso il corpus dei libri canonici della sua Chiesa. Tutto questo appare confermato dai testi scoperti in Asia e in Africa. Cosciente della sua missione, Mani cercò il mezzo per trasmettere la sua rivelazione in una lingua chiara e suscettibile di essere tradotta senza alterarne il messaggio. Questa preoccupazione portò infine alla creazione dell'alfabeto manicheo siriaco di ventidue lettere con semivocali. L'editto di Diocleziano contro i manichei, pubblicato nel 297 secondo W. Seston, nel 302 secondo F. Decret, ordinava la distruzione sistematica dei libri della setta, e questo spiega le nostre difficoltà a ritrovare i documenti di questa vasta letteratura. (parte prima, cap. III, pp. 95-96)

Note[modifica]

  1. a b Ferdinand Christian Baur (1792 – 1860), teologo tedesco, maggiore esponente della scuola esegetica di Tubinga.

Bibliografia[modifica]

  • Julien Ries, Gli gnostici. Storia e dottrina, Gnosi e manicheismo, tomo 1, vol. IX/1 dell' Opera omnia, traduzione di Riccardo Nanini, revisione di Fabrizio Vecoli, Editoriale Jaca Book, Milano, 2010. ISBN 978-88-16-40971-2
  • Julien Ries, Manicheismo: un tentativo di religione universale, Gnosi e manicheismo, tomo 2, vol. IX/2 dell' Opera omnia, traduzione di Riccardo Nanini, revisione di Fabrizio Vecoli, Editoriale Jaca Book, Milano, 2011. ISBN 978-88-16-40972-9

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