Jusepe de Ribera

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Jusepe de Ribera, Il martirio di san Filippo, 1639 circa

Jusepe de Ribera, conosciuto anche come José de Ribera, o col soprannome Spagnoletto (1591 – 1652), pittore spagnolo.

Citazioni su Jusepe de Ribera[modifica]

  • Anche quando tratto un tema mitologico Ribera si chiede come fare a renderlo vero. Più vero che può. E non ci perde in eleganza. Semplicemente, osa. E così l'intestino di Tizio taglia il quadro uscendo dalla pancia risucchiato dal becco d'aquila, il sangue scorre e imbratta, il muscolo scoperto di San Bartolomeo mostra la pelle lacerata e il volto dei vecchi la sofferenza senza energia, di chi è troppo stanco, ma troppo è il male per non soffrirne. (Antonella Cilento)
  • È ammirabile Ribera nell'imitazione del naturale, nella forza del chiaroscuro, nel maneggio del pennello, e nel dimostrare gli accidenti del corpo, le rughe, i peli, ec. Il suo stile è sempre forte; ma non giunse a Velasquez nell'intelligenza delle luci, e delle ombre, mancandogli la degradazione, e l'ambiente dell'aria, benché nel colorito è di maggior forza, e brio. (Anton Raphael Mengs)
  • Giuseppe Ribèra è spagnuolo di origine[1]. Ha nell'animo tutte le borie e vanità del paese di suo padre. – In un momento di sua vita fu quasi gramo e mendicante, ma i suoi polmoni hanno respirato le portentose aure di Posillipo. Egli si è rifatto sull'Arenella e sul mare. Dal paese di suo padre ha tolto i vizi, il sussiego: dal nostro paese le virtù, le morbidezze. Lasciamogli dunque le sue vanità: esse non ci appartengono. – Ribéra è grande per noi. (Carlo Tito Dalbono)
  • Vien da chiedersi se questo spagnuolo fatto italiano (del quale è vezzo oggi parlare con qualche noncuranza forse non per altro che perché è colui che ebbe finora maggior fama) non sia per avventura il più grande fra gli eredi del Caravaggio; né pare che fosse poi così cieca la critica dei secoli scorsi che fra tutti lo scelse a rappresentare quella scuola. (Enrico Thovez)

Bernardo De Dominici[modifica]

  • Col favore continuo del Viceré[2], venne il Ribera in grande autorità presso tutti, e massimamente de' pittori, i quali per ischivare la di lui naturale maldicenza, alterigia, ed arroganza, lo andavano a corteggiare, ed ossequiare nella propria casa; oltre a' presenti che gli mandavano per acquistare la di lui benevolenza: e pochi furon coloro che onestamente vivendo a loro stessi, non curassero né punto né poco del suo mal costume.
  • Facendo il Ribera a maraviglia bellissime le teste dei vecchi, e con tanta verità somiglianti il vivo, che furono in quel tempo stimate inimitabili, e per giudizio di tutt'i maestri delle nostre arti, si stima che niun pittore de' passati, e de' tempi nostri gli abbia dipinti più vivi e veri; dando loro tutte quelle grinze e secchezze, ed altri segni, che porta con seco l'età decrepita, onde meritatamente dagli stessi emoli suoi furon lodate; e da' suoi parziali innalzate alle stelle.
  • Fu Giuseppe di Ribera di natura altero, come abbiam detto, e perciò oltre misura sostenuto nelle sue azioni: e benché fosse di statura piccolo, e minuto di membra, mostrava gravità nel moto, e nel praticare anche con soggetti di alto affare, e di autorità, siccome erano i viceré del suo tempo; trattando con loro assai familiarmente, e con decoro della persona e dell'arte. Vestiva nobilmente; e dopo avere da se scacciata la povertà, e la miseria, si trattò alla grande, abitando in decorosi appartamenti.

Note[modifica]

  1. Per la statura e l'origine detto lo Spagnoletto.
  2. Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna.

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Opere[modifica]