Libro di Geremia

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Libro di Geremia, testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana, attribuito al profeta Geremia.

Incipit[modifica]

Geremia dipinto da Michelangelo

Parole di Geremia figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che dimoravano in Anatòt, nel territorio di Beniamino. A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda, l'anno decimoterzo del suo regno, e quindi anche al tempo di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell'anno undecimo di Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme avvenuta nel quinto mese.

[La sacra Bibbia, edizione CEI, 1974.]

Citazioni[modifica]

  • Mi fu rivolta la parola del Signore: "Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, | prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; | ti ho stabilito profeta delle nazioni". | Risposi: "Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, | perché sono giovane". | Ma il Signore mi disse: "Non dire: Sono giovane, | ma va' da coloro a cui ti manderò | e annunzia ciò che io ti ordinerò. | Non temerli, | perché io sono con te per proteggerti". | Oracolo del Signore. | Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca | e il Signore mi disse: | "Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca. | Ecco, oggi ti costituisco | sopra i popoli e sopra i regni | per sradicare e demolire, | per distruggere e abbattere, | per edificare e piantare". (1, 4 – 10; 1974)
  • Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Che cosa vedi, Geremia?". Risposi: "Vedo un ramo di mandorlo". Il Signore soggiunse: "Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla". (1, 11 – 12; 1974)
  • Perché il mio popolo ha commesso due iniquità: | essi hanno abbandonato me, | sorgente di acqua viva, | per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, | che non tengono l'acqua. (2, 13; 1974)
  • Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – dice il Signore – non si parlerà più dell'arca dell'alleanza del Signore; nessuno ci penserà né se ne ricorderà; essa non sarà rimpianta né rifatta. (3, 16; 1974)
  • Circoncidetevi per il Signore, | circoncidete il vostro cuore, | uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, | perché la mia ira non divampi come fuoco | e non bruci senza che alcuno la possa spegnere, | a causa delle vostre azioni perverse. (4, 4; 1974)
  • Guardo, ed ecco il Carmelo è un deserto; | tutte le sue città sono abbattute davanti al Signore, | davanti alla sua ira furente. (4, 26; 1994)
  • Percorrete le vie di Gerusalemme, | osservate bene e informatevi, | cercate nelle sue piazze | se trovate un uomo, | uno solo che agisca giustamente | e cerchi di mantenersi fedele, | e io le perdonerò, dice il Signore. (5, 1; 1974)
  • Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; | ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo. (5, 8; 1994)
  • Tagliate i suoi alberi, | costruite un terrapieno davanti a Gerusalemme. | Essa è la città della menzogna, | in essa tutto è oppressione. | Come una sorgente fa scorrere l'acqua, | così essa fa scorrere la sua iniquità. | Violenza e oppressione risuonano in essa, | dinanzi a me stanno sempre dolori e piaghe. | Lasciati correggere, o Gerusalemme, | perché io non mi allontani da te | e non ti riduca a un deserto, | a una regione disabitata. (6, 6 – 8; 1974)
  • Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; | dicono: "Pace, pace", | mentre pace non c'è. (6, 14; 1994)
  • Forse è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me?[1] (7, 11; 1974)
  • Non si vanti il saggio della sua saggezza | e non si vanti il forte della sua forza, | non si vanti il ricco delle sue ricchezze. | Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo, | di avere senno e di conoscere me, | perché io sono il Signore che agisce con misericordia, | con diritto e con giustizia sulla terra; | di queste cose mi compiaccio.[2] (9, 22 – 23; 1974)
  • Gli idoli sono come uno spauracchio | in un campo di cocòmeri, | non sanno parlare, | bisogna portarli, perché non camminano. | Non temeteli, perché non fanno alcun male, | come non è loro potere fare il bene. (10, 5; 1974)
  • Lo so, Signore, che l'uomo non è padrone della sua via, | non è in potere di chi cammina il dirigere i suoi passi. | Correggimi, Signore, ma con giusta misura, | non secondo la tua ira, per non farmi vacillare. (10, 23 – 24; 1974)
  • Fino a quando sarà afflitto il paese | e si seccherà l'erba di tutta la campagna? | Per la malvagità degli abitanti | le bestie e gli uccelli sono sterminati. | Poiché quelli dicono: «Egli non vedrà la nostra fine». (12, 4; 1994)
  • Molti pastori hanno devastato la mia vigna, | hanno calpestato il mio campo. | Hanno fatto del mio campo prediletto | un deserto desolato, | lo hanno ridotto una landa deserta, | in uno stato deplorevole; | sta desolato dinanzi a me. | È devastato tutto il paese, | e nessuno se ne dà pensiero. (12, 10 – 11; 1974)
  • Cambia forse un Etiope la sua pelle | o un leopardo la sua picchiettatura? | Allo stesso modo, potrete fare il bene | anche voi abituati a fare il male? (13, 23; 1974)
  • Gli ònagri si fermano sui luoghi elevati | e aspirano l'aria come sciacalli; | i loro occhi languiscono, | perché non si trovano erbaggi. (14, 6; 1974)
  • Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, | che pone nella carne il suo sostegno | e il cui cuore si allontana dal Signore. (17, 5; 1974)
  • Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; | mi hai fatto forza e hai prevalso. | Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; | ognuno si fa beffe di me. | Quando parlo, devo gridare, | devo proclamare: "Violenza! Oppressione!". | Così la parola del Signore è diventata per me | motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. | Mi dicevo: "Non penserò più a lui, | non parlerò più in suo nome!". | Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, | chiuso nelle mie ossa; | mi sforzavo di contenerlo, | ma non potevo. (20, 7 – 9; 1974)
  • Maledetto il giorno in cui nacqui; | il giorno in cui mia madre mi diede alla luce | non sia mai benedetto. | Maledetto l'uomo che portò la notizia | a mio padre, dicendo: | "Ti è nato un figlio maschio", colmandolo di gioia. | Quell'uomo sia come le città | che il Signore ha demolito senza compassione. | Ascolti grida al mattino | e rumori di guerra a mezzogiorno, | perché non mi fece morire nel grembo materno; | mia madre sarebbe stata la mia tomba | e il suo grembo gravido per sempre. | Perché mai sono uscito dal seno materno | per vedere tormenti e dolore | e per finire i miei giorni nella vergogna? (20, 14 – 18; 1974)
  • Sali sul Libano e grida | e sul Basàn alza la voce; | grida dagli Abarìm, | perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti. (22, 20; 1974)
  • Guai ai pastori che disperdono e sbrancano il gregge del mio pascolo, dice il Signore! (23, 1; 1959)
  • Ecco, verranno giorni – dice il Signore – | nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, | che regnerà da vero re e sarà saggio | ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. | Nei suoi giorni Giuda sarà salvato | e Israele starà sicuro nella sua dimora; | questo sarà il nome con cui lo chiameranno: | Signore-nostra-giustizia. (23, 5 – 6; 1974)
  • Mi si spezza il cuore nel petto, | tremano tutte le mie membra, | sono come un ubriaco | e come chi è inebetito dal vino, | a causa del Signore e a causa delle sue sante parole. (23, 9; 1974)
  • Sono io forse Dio solo da vicino – dice il Signore – | e non anche Dio da lontano? (23, 23; 1974)
  • Ti ho amato di amore eterno, | per questo ti conservo ancora pietà. (31, 3; 1974)
  • Così dice il Signore: "Una voce si ode da Rama, | lamento e pianto amaro: | Rachele piange i suoi figli, | rifiuta d'essere consolata perché non sono più".[3] | Dice il Signore: | "Trattieni la voce dal pianto, | i tuoi occhi dal versare lacrime, | perché c'è un compenso per le tue pene; | essi torneranno dal paese nemico". (31, 15 – 16; 1974)
  • Non è forse Efraim un figlio caro per me, | un mio fanciullo prediletto? | Infatti dopo averlo minacciato, | me ne ricordo sempre più vivamente. | Per questo le mie viscere si commuovono per lui, | provo per lui profonda tenerezza. (31, 20; 1974)
  • Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato. (31, 31 – 34; 1974)
  • Così dice il Signore: Ecco io metterò il faraone Cofrà re di Egitto in mano ai suoi nemici e a coloro che attentano alla sua vita, come ho messo Sedecìa re di Giuda in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, suo nemico, che attentava alla sua vita. (44, 30; 1974)
  • Annunziatelo in Egitto, | fatelo sapere a Migdòl, | fatelo udire a Menfi e a Tafni; | dite: "Alzati e preparati, | perché la spada divora tutto intorno a te". | Perché mai Api è fuggito? | Il tuo toro sacro non resiste? | Il Signore lo ha rovesciato. (46, 14 – 15; 1974)
  • Fino a Gaza si son rasati per lutto, | è distrutta Ascalòna. | Asdòd, povero resto degli Anakiti, | fino a quando ti farai incisioni? | Ah! spada del Signore, | quando dunque ti concederai riposo? | Rientra nel fodero, riposati e sta' calma. | Come potrà riposare, | poiché il Signore le ha ordinato di agire | contro Ascalòna e il lido del mare? | Là egli l'ha destinata. (47, 5 – 7; 1974)
  • Non esiste più la fama di Moab, | a Chesbon tramano il male contro di essa: | «Venite ed eliminiamola dalle nazioni». (48, 2; 2008)
  • Abbattuto è Moab, | le grida si fanno sentire fino in Zoar. (48, 4; 1974)
  • Moab era tranquillo fin dalla giovinezza, | riposava come vino sulla sua feccia, | non è stato travasato di botte in botte, | né è mai andato in esilio; | per questo gli è rimasto il suo sapore, | il suo profumo non si è alterato. | Per questo, ecco, giorni verranno | – dice il Signore – | nei quali gli manderò travasatori a travasarlo, | vuoteranno le sue botti | e frantumeranno i suoi otri. (48, 11 – 12; 1974)
  • Sta' sulla strada e osserva, | tu che abiti in Aroer. | Interroga il fuggiasco e lo scampato, | domanda: Che cosa è successo? | Moab prova vergogna, è in rovina; | urlate, gridate, | annunziate sull'Arnon | che Moab è devastato. (48, 19 – 20; 1974)
  • [...] da Zoar si odono grida fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, poiché le acque di Nimrìm son diventate una zona desolata. (48, 34; 1974)
  • All'ombra di Chesbòn si fermano | spossati i fuggiaschi, | ma un fuoco esce da Chesbòn, | una fiamma dal palazzo di Sicòn | e divora le tempie di Moab | e il cranio di uomini turbolenti. (48, 45; 1974)
  • In quel giorno il cuore dei prodi di Moab | sarà come il cuore di donna nei dolori del parto. | Moab è distrutto, ha cessato d'essere popolo, | perché si è insuperbito contro il Signore. | Terrore, trabocchetto, tranello | cadranno su di te, abitante di Moab. | Oracolo del Signore. | Chi sfugge al terrore cadrà nel trabocchetto; | chi risale dal trabocchetto | sarà preso nel tranello, | perché io manderò sui Moabiti tutto questo | nell'anno del loro castigo. (48, 41 – 44; 1974)
  • Poiché così dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati a bere il calice lo devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai impunito, ma dovrai berlo poiché io ho giurato per me stesso – dice il Signore – che Bozra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una maledizione e tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni. (49, 12 – 13; 1974)
  • E l'Idumea resterà deserta; chiunque passerà per di là, resterà stupito e fischierà inorridito sopra le sue sciagure. (49, 17; 1959)
  • Ecco, come l'aquila, egli sale e si libra, | espande le ali su Bozra. | In quel giorno il cuore dei prodi di Edom | sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto. (49, 22; 1974)
  • Spossata è Damasco, si volge per fuggire; | un tremito l'ha colta, | angoscia e dolori l'assalgono | come una partoriente. | Come fu abbandonata la città gloriosa, | la città del tripudio? | Cadranno i suoi giovani nelle sue piazze | e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno. | Oracolo del Signore degli eserciti. | Appiccherò il fuoco alle mura di Damasco | e divorerà i palazzi di Ben-Hadàd. (49, 24 – 27; 1974)
  • Su, marciate contro Kedàr, | saccheggiate i figli dell'oriente. | Prendete le loro tende e le loro pecore, | i loro teli da tenda, tutti i loro attrezzi; | portate via i loro cammelli; | un grido si leverà su di loro: Terrore all'intorno! (49, 28 – 29; 1974)
  • Dice il Signore degli eserciti: | Ecco io spezzerò l'arco dell'Elam, | il nerbo della sua potenza. | Manderò contro l'Elam i quattro venti | dalle quattro estremità del cielo | e li sparpaglierò davanti a questi venti; | non ci sarà nazione | in cui non giungeranno | i profughi dell'Elam. | Incuterò terrore negli Elamìti davanti ai loro nemici | e davanti a coloro che vogliono la loro vita; | manderò su di essi la sventura, | la mia ira ardente. (49, 35 – 37; 1974)
  • Il Signore ha aperto il suo arsenale | e ne ha tratto le armi del suo sdegno, | perché il Signore Dio degli eserciti | ha un'opera da compiere nel paese dei Caldei. (50, 25; 1974)
  • "Mi ha divorata, mi ha consumata | Nabucodònosor, re di Babilonia, | mi ha ridotta come un vaso vuoto, | mi ha inghiottita come fa il coccodrillo, | ha riempito il suo ventre, | dai miei luoghi deliziosi, mi ha scacciata. | Il mio strazio e la mia sventura ricadano su Babilonia!" | dice la popolazione di Sion, | "il mio sangue sugli abitanti della Caldea!" | dice Gerusalemme. (51, 34 – 35; 1974)

Explicit[modifica]

Ora, nell'anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn re di Giuda, nel decimosecondo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàch re di Babilonia, nell'anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachìn re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione. Gli parlò con benevolenza e pose il seggio di lui al di sopra dei seggi dei re che si trovavano con lui a Babilonia. Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn mangiò sempre il cibo alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita. Il suo sostentamento, come sostentamento abituale, gli era fornito dal re di Babilonia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto il tempo della sua vita.

Note[modifica]

  1. Cfr. Vangelo secondo Matteo: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera | ma voi ne fate una spelonca di ladri».
  2. Cfr. Prima lettera ai Corinzi: «Chi si vanta, si vanti nel Signore».
  3. Cfr. Vangelo secondo Matteo: «Un grido è stato udito in Rama, | un pianto e un lamento grande; | Rachele piange i suoi figli | e non vuole essere consolata, perché non sono più».

Bibliografia[modifica]

  • La sacra Bibbia, traduzione di G. Bonaccorsi, G. Castoldi, G. Giovannozzi, G. Mezzacasa, F. Ramorino, G. Ricciotti, G. M. Zampini, Salani Editore, Firenze, 1959.
  • La sacra Bibbia, edizione CEI, 1974.
  • Geremia, edizione Nuova Riveduta, 1994.
  • Geremia, edizione CEI, 2008.

Voci correlate[modifica]

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