Lorenzo Costa

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Costa il Vecchio: Ritratto di dama con cagnolino, Castello di Windsor (1500 circa)

Lorenzo Costa, detto anche il Vecchio (1460 – 1535), pittore italiano.

Citazioni su Lorenzo Costa[modifica]

  • Col suo non ricco bagaglio sminuito lungo la via, l'artista si recò a Mantova a sostituire il Mantegna come pittore ufficiale di Corte [dei Gonzaga]. Benché rappresentante di una generazione posteriore al venerando maestro, era stato preso da sonnolenza, e i suoi corpi parevano divorati dalla lue da cui egli era infetto. La ricerca della grazia, della spiritualità e della poesia, che ferveva in tutta l'arte italiana, si era espressa da lui con la diminuzione della monumentalità e la pieghevolezza dei corpi; e dentro gli schemi lineari dedotti dalla plastica venne meno la plasticità. (Adolfo Venturi)
  • Lorenzo Costa fu educato dal Tura a Ferrara, com'è dimostrato dal San Sebastiano della Galleria di Dresda, attribuito al maestro stesso, pur recando una scritta ebraica col nome del pittore. Lo stridore di certi effetti, come della colonna di malachite su cui si appoggia il Santo, la crudezza dei lineamenti, segnati grossamente di nero, la mancanza dell'energia, perenne in Cosmè, il minor tondeggiare delle forme, le pieghe del drappo che cinge i fianchi, insolite nel Tura: tutto mostra un coloritore che si attiene al caposcuola ferrarese, ma sommariamente, senza gagliardia e senza profondità. Si ha l'impressione come di un Tura lustrato, superficiale, tagliente nei contorni, con la materialità di un lavoro scolastico. Perciò convien tener fede alla iscrizione, letta e riletta, col nome di Lorenzo Costa. (Adolfo Venturi)
  • Lorenzo Costa si trasferì intorno all'anno 1483 da Ferrara a Bologna. Si asserisce dai più che, a dir molto, il Francia imparasse probabilmente da lui il meccanismo della pittura, ma, che, divenuto alla sua volta eletto maestro del pennello, egli deve avere avuto grande influenza su Lorenzo Costa. Qualsivoglia giudice spassionato il quale paragoni questi quadri del Costa, dei primi del XVI secolo[1], coi suoi gran quadri a tempera dell'anno 1488 nella cappella Bentivoglio (chiesa di S. Iacopo maggiore) a Bologna, potrà difficilmente negare che in tutte queste pitture le quali comprendono uno spazio di circa sedici anni, non vi sia un'impronta comune. E nella cappella di S. Cecilia, (presso S. Iacopo maggiore a Bologna) dove i due maestri dipinsero l'uno accanto all'altro negli anni 1505 e 1506, noi restiamo davanti a quelle magnifiche pitture a fresco perplessi nel giudicare se il Costa abbia imparato dal Francia o piuttosto questi dal Costa. (Giovanni Morelli)

Note[modifica]

  1. Si riferisce ai quadri La presentazione di Cristo al tempio e il Rimpianto di Cristo.

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Opere[modifica]