Luigi Santucci

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Luigi Santucci (1918 – 1999), scrittore, romanziere, poeta e commediografo italiano.

Citazioni di Luigi Santucci[modifica]

  • A ottobre l'anno scolastico odora di cartoleria, di orso e di polvere da sparo: si può confonderlo per qualche settimana con un'eccitante partita di caccia, ha il buonumore e l'ottimismo d'un treno di volontari in partenza per una guerra mezza vinta. Ma passate le vacanze dei Santi e dei Morti, l'anno scolastico cambia odore e prende quello di nafta e di catrame delle grandi partenze. (da Il velocifero)
  • C'è una felicità sempre possibile entro il battere d' ogni nostra ora. Anche se dura per un tempuscolo, puoi accorgerti di come la vita sia bella e salvarti dalle sue disillusioni e dai suoi veleni. Dipende solo da te, dal tuo imparare a vivere in quella capillarità. (da Eskaton)
  • Ci sono stati due modi di accogliere questa mia qualificazione: un grande favore, un compiacimento e entusiasmo da parte dell'ala cattolica, talora debbo dire con qualche ingenua goffaggine; dall'altro versante, quello laico, sono stato naturalmente (direi legittimamente) ripudiato, squalificato e anche deriso (sappiamo che il bigottismo dei laici non è inferiore a quello dei cattolici…). (da C. Toscani, Quesiti a Santucci, in Il Ragguaglio librario, settembre 1972)
  • L'etichetta di scrittore cattolico, se incollata addosso sbrigativamente e puntigliosamente appunto come etichetta (ed è da tempo il mio caso), significa ben poco, serve ad alimentare confusione, pigrizia, archiviamento di personalità e problemi. […] In effetti non mi sento più interessato a Cristo come cattolico di anagrafe di quanto lo fossero i protestanti Martin Luther King o Albert Schweitzer; sono solo uno scrittore che vive oggi, coi suoi spasimi e alternative sempre più tese, una sua cristomachia. Fuori della foresta in cui mi arrabatto non posso sapere se troverò Cristo e non so quale Cristo troverò: certo non sarà un Cristo riduttivamente cattolico. (da P. Bianucci, Non sparate sui narcisi, Gazzetta del Popolo, 25 marzo 1972)

Lourdes paese dell'anima[modifica]

  • A Lourdes Dio ha fatto col mondo un nuovo patto: un patto di misericordia.
  • Come l'acqua del battesimo simboleggia la grazia, così l'acqua di Lourdes simboleggia la preghiera.
  • Dovunque la vita ci porti a Lourdes ognuno ha imparato il senso della preghiera. Perché appunto nella preghiera si snoda la vera storia dell'anima umana.
  • La grotta di Massabielle è il grande, silenzioso, infaticabile filtro del peccato di milioni di pellegrini.
  • La storia della Madonna nel mondo non muta; e la sua pazienza è più lunga di tutte le perseveranze umane nel peccato e nell'errore.
  • La storia di Bernadette ci appartiene come cronaca nostra, attuale, di oggi. E il cuore la può intendere e venerare sino in fondo solo se ne mette tutti i verbi al presente.
  • Le apparizioni della Madonna a Lourdes sono forse il vero inizio della storia contemporanea, la quale, nonostante le apparenze, e più una storia benedetta che maledetta.
  • Le apparizioni di Massabielle non sono avvenute per Bernadette, che non ne aveva bisogno, ma per noi, per ognuno di quelli che, credendo poco e vivendo male, non sono più capaci di formulare un desiderio confidente di felicità.
  • Lourdes è il paese dell'anima, l'incontro con la misericordia.
  • Lourdes è un gorgo di preghiera; non v'è possibile che questa ardente pace dell'ascoltare Dio, del parlare con Lui.
  • Poiché è una storia d'innocenza e di amore, Lourdes è un invito alla felicità.

Testamento[modifica]

  • La voce di chi è scomparso è veramente più che una reliquia: è la proiezione di un'anima, è la componente più simbolica di una persona, vorrei dire che è una sua piccola "risurrezione".
  • Se vi fa bene piangere, accettate il pianto, coltivatelo anzi.
  • La ragione più segreta e più forte per cui ho fatto questo mestiere di scrittore, e della quale ho preso coscienza ultimamente, è… sì, è la vocazione, la spinta, la volontà di lodare.
  • Me ne sono andato in pienezza di soddisfazione e di gratitudine alla mia sorte.
  • Date ai vostri bambini l'infanzia più bella possibile, più favolosa possibile.
  • La vita dev'essere invece dolcezza, deve avere la violenza e la testardaggine della dolcezza.
  • Si ama con queste facoltà (l'entusiasmo, l'immaginazione, la fantasia, la memoria, il sogno, accidenti!)
  • La generosità è la testa e la coda di quella cosa più grande, metafisica, che è la carità.
  • La generosità è la ruffiana della gioia… e la gioia è importante.
  • Credeteci nella gioia; e andatene a caccia, tutti i giorni.

Volete andarvene anche voi?[modifica]

  • All'uomo più limpido [san Giuseppe] è capitato l'incidente più scabroso [la gravidanza di Maria].
  • Credenti o no in lui come Verbo incarnato, c'è in ogni uomo nei confronti di Cristo, nell'urto stesso del suo nome, una sorta di recondito fanatismo: il suo potere di soggiogare prevale su quello di ogni altro, in un colmo di dolcezza e violenza.
  • Giuda è stato uomo come io sono uomo: Non peggiore, non più peccatore di me.
  • Giuseppe, come le anime caste, sogna molto.
  • Il legno è materia nobile e strana, non è più terra e carne non è ancora; è come il latte che non è sangue ma è già più che acqua.
  • Io non so escludere che la forza di Cristo e il trionfo del suo passaggio tra gli uomini non siano da ultimo nella sua onnipotenza di poeta.
  • L'amara dolcezza di piangere, l'ebbrezza della vergogna e del pentimento: quel gorgo benedetto d'infanzia che sono le lacrime e i singhiozzi e che non ci fa puri ma per qualche divino istante sinceri, gonfi di ricordi e speranze: che ci libera dal presente (ecco cos'è il pianto) che non sia quel benefico sussultare del petto.
  • La lussuria di Israele, lui [Giuseppe] l'ha purgata in una verginità ch'è piuttosto un'infanzia senza tramonto.
  • La poesia propone e consegna praticamente la felicità quotidiana.
  • Nel mondo della poesia non esistono infelici.
  • Occorre che egli [Gesù] rimanga con l'unica cosa di noi che veramente conosciamo e cui attacchiamo il cuore e la memoria: il corpo.
  • [Giuseppe] può custodire proprio perché è trasognato, può vigilare perché è assorto, può diffidare perché ingenuo, guidare perché inesperto.
  • Se Cristo è davvero il solo ad avere parole di vita eterna, la scelta di restare con lui non può suonare sconfortata ed inerte come quella di chi scelga di arrendersi ad un accerchiamento senza scampo.

Bibliografia[modifica]

  • Luigi Santucci,Lourdes paese dell'anima, Diocesi di Torino, 1957
  • Luigi Santucci,Il velocifero, Mondadori, 1965
  • Luigi Santucci,Volete andarvene anche voi?, Mondadori, 1969
  • Luigi Santucci,Eschaton. Traguardo di un'anima, Interlinea, 1999
  • Luigi Santucci,Testamento, in Famiglia oggi, novembre 1999.

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