Manuel José Quintana

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Manuel José Quintana

Manuel José Quintana (1772 – 1857), scrittore spagnolo.

Analisi dei principali poemi epici spagnuoli[modifica]

Incipit[modifica]

Sogliono i popoli colti, allorché giungono a possedere nella propria lingua un buon poema eroico, considerarlo come la gemma principale della loro letteratura; ed hanno in ciò ragione, perché un'opera di tal fatta diviene il libro classico, il primo archivio delle bellezze poetiche. Ivi è dove naturalmente e senza violenza si fanno intervenire i numi nell'origini delle nazioni, per adornarne e circondarne la culla con tutta la pompa e la maestà della religione. Quanto per la molta lontananza di tempi, e per l'oscurità o incerteza dei documenti non è dato alla musa storica di scoprire e di cantare, la musa epica lo ispira e lo svela al poeta, che trova ascolto e credenza col potere che esercitano sull'animo altrui l'inventiva e l'armonia. Armi, leggi, arti, costumanze, famiglie, favella, passioni, tutto quanto in somma costituisce il carattere e la fisonomia di un popolo, tutto ciò che concorre alla sua prosperità ed alla sua gloria, tutto nel poema si raccoglie, tutto si narra e si raccomanda al rispetto ed all'ammirazione dell'universale.

Citazioni[modifica]

  • È un volere sagrificare sommi scrittori a cui la moderna Europa va debitrice di quadri magnifici e stupendi per crescer fama a due grandi ingegni dell'antichità, anzi ad un solo. Che razza di gusto avrebbe chi negasse l'impressione profonda terribile che cagiona il viaggio dell'Alighieri nel mondo dell'eternità, dipinto nel suo singolare e strano poema con colori così originali e robusti ? Chi non si piacesse al diletto indicibile che nasce dall'infinita e maravigliosa varietà con cui l'Ariosto compose il suo inarrivabile Orlando? Non può certo negarsi reverenza ed ammirazione al trofeo regolare e maestoso che Torquato Tasso eresse alla gloria de'Crociati. (p. 68)
  • Il modo con cui si mosse primamente fra noi la musa eroica portava con sé un errore originale che non poteva condurla ad una gloriosa e felice riuscita. Vollero i nostri epici guadagnar credito di storici è ad un tempo piacere come poeti ed ottenerne applausi. Mescolarono la favola colla verità, e ciò non con quella misura che può far conseguire l'intento, ma così alla rinfusa, e credettero che narrando geste portentose, contemporanee, le quali levavano allora tanto strepito, e narrandole in versi eroici, potrebbero essi reputarsi autori d'epopee e dirsi alunni di Omero e di Virgilio. (p. 71)
  • Di questo poema, dell'Austriade [di Giovanni Rufo] e dell' Araucana [di Alonso de Ercilla], diceva il Cervantes nel suo famoso scrutinio, gli'erano i migliori libri in versi eroici scritti in castigliano, e potevano competere coi migliori d' Italia. Con quali? potremmo chiedere all'autore del D. Chisciotte. Coll' Orlando furioso forse, o colla Gerusalemme? Per altro solo venti ottave di qualsiasi di questi due poemi valgono più di tutta l' Austriade e del Monserrate [di Cristoforo Virves]. Cervantes se non ischerzava amaramente, dava tali illimitati elogi a' suoi contemporanei così alla spensierata da lasciar argomento di dubitare del suo giudicio, o della sua buona fede. (p. 76)
  • Nessuno de' nostri buoni poeti ha posto meno cura di Ercilla a ciò che gli umanisti chiamano linguaggio poetico. Evvi, fuor di dubbio, un merito ben grande nel produrre effetto con poco artificio di stile, come in pittura con pochi colori; per altro è troppo sdruccevole l 'estremo limite che separa la semplicità dalla trascuranza, la naturalezza dalla bassezza (p. 81)
  • Le gesta d'Ercilla appartengono ad una categoria, assai più rispettabile di quelle che sì chiamati alte, perché meritano il nome di magnanime e buone; e sotto quest'aspetto nessun poeta epico si mostrò al mondo più atto ad ispirare stima ed ammirazione. (p. 82)
  • Il pubblico accolse l'opera coll'applauso straordinario dovuto giustamente ad un merito, In allora singoiare in Spagna, e col rispetto che ispiravano il carattere e le doti dell'autore: oggi cessò l'applauso, ma la riverenza dura tuttavia, e quantunque, parlando a rigore, l' Araucana non sia un poema epico, e molto meno una storia, è e sarà, in onta delle mutazioni del gusto e dell'andar dei tempi, uno dei libri castigliani i più pregiabili, sia per le bellezze poetiche e di stile che contiene, sia pei nobili sentimenti dell'autore che ecciteranno sempre la simpatia d'ogni animo onesto e generoso. (p. 82-83)

Bibliografia[modifica]

  • Manuel José Quintana, Analisi dei principali poemi epici spagnuoli, traduzione di Giovenale Vegezzi, Biblioteca italiana, o sia Giornale di letteratura, scienze ed arti, 1836.

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