Matthew Weiner

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Matthew Weiner (2011)

Matthew Hoffman Weiner (1965 – vivente), sceneggiatore, regista, produttore televisivo e scrittore statunitense.

Citazioni di Matthew Weiner[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [«Quando era bambino sapeva che scrivere era il lavoro che voleva?»] Volevo essere uno scrittore, ma per come la mia famiglia pensava agli scrittori, sarebbe stato come dire: voglio essere il quarterback della squadra di football o il presidente degli Stati Uniti. I miei genitori avevano i libri che ogni famiglia ebraica aveva [...] ma erano anche appassionati di Joseph Heller e mio padre si portava dietro Dalla parte di Swann in ogni vacanza. Ho sempre pensato che sarei diventato un romanziere, come le persone di cui vedevo i libri in giro per casa.
Did you know when you were a kid that writing was the job you wanted?»] I wanted to be a writer, but the way my family thought of writers, that would have been like saying, I want to be quarterback of the football team or president of the United States. My parents had the books every Jewish family had [...] but they were also really into Joseph Heller, and my dad took Swann's Way on every vacation. I always thought I would be a novelist, like the people whose books I saw lying around the house.[1]

Intervista a Matthew Weiner

Da Fabio Guarnaccia, LINK nº 15 - Serial writers, ottobre 2013; citato in linkideeperlatv.it, 11 novembre 2016.

  • [Parlando di Mad Men, «da dove arriva il suo interesse per gli anni Sessanta?»] È un periodo interessante, la fine di un'epoca giunta al pieno dello splendore e della potenza. Ero al liceo quando mi sono accorto che quella fase era ancora strettamente legata alla nostra vita. Il 1960 è stato un anno molto importante per gli Stati Uniti. New York era il centro del mondo, in ogni aspetto: televisione, radio, teatro, musica, libri, soldi, commercio. L'elezione di JFK ha avuto luogo quell'anno. L'America era in rapida trasformazione. Ero interessato a come quel cambiamento è avvenuto, al modo in cui ha influenzato la gente comune. E vedevo un legame con il presente. Negli Usa e nel mondo abbiamo vissuto l'11 settembre. Un evento orribile, traumatico, che ha cambiato la percezione degli Stati Uniti nel mondo. Storicamente è un momento di svolta. Ma in realtà nulla è cambiato. Già ad Halloween eravamo tutti tornati a far spese nei grandi mall. Alla fine di ottobre tutto era tornato alla normalità. Avevamo gli stessi problemi e le stesse speranze. Trovo questa dinamica molto interessante. Anche se avevo impostato la serie molto prima dell'11 settembre, ero curioso di studiare l'influenza dei grandi cambiamenti sulla vita delle persone. Tornando al periodo in cui la serie si svolge, gli storici e i giornali ci dicono molto su questi anni, ma non in modo accurato. L'esperienza umana è basata su aspetti davvero piccoli, che non cambiano. Cosa sta succedendo nel tuo mondo, nella tua vita, in te stesso. Accadono cose nuove, eventi davvero rivoluzionari, come essere una donna al lavoro nei primi anni Sessanta, ma non è detto che chi li vive in prima persona si accorga della differenza, che le donne sentissero questo cambiamento nei confronti degli uomini. È un grande tema drammatico, e lo sentivo legato alla mia vita.
  • Ho lavorato a lungo in tv, e sono interessato al conflitto tra la creatività e gli affari. La televisione è come la pubblicità, oscilla costantemente tra i due poli perché in gioco ci sono un mucchio di soldi.
  • Mad Men sembra non appartenere a nessun genere. Cosa aveva in mente quando l'ha sviluppata?»] Quello di Mad Men, in realtà, era un genere: un genere che è semplicemente scomparso. Dai primi anni Quaranta ai tardi Sessanta, quando il legal drama ha preso il suo posto, c'era una forma che aveva a che fare molto con il dialogo, i drammi interiori, il business, il conflitto tra la vita lavorativa e quella familiare. Poi è sparito, ma conoscevo questo genere, diffuso dappertutto: show televisivi, film, fumetti. Ho provato a usare questi elementi. Io non credo nel mercato. Chiunque cerchi di seguirlo finirà per fare qualcosa di insignificante. Sia io sia il network che avrebbe trasmesso la serie, AMC, abbiamo deciso di fare qualcosa che piacesse innanzitutto a noi. Senza preoccuparci di essere troppo intelligenti, o troppo oscuri. A volte il pubblico vuole uno specchio in cui riflettersi, altre volte invece vuole solo fuggire. Io la penso allo stesso modo, e spero che la serie offra la possibilità di sfuggire ai problemi quotidiani, ma aiuti anche a sentirsi meno soli, vedendo rappresentata in essa la propria vita. Parte di questo effetto è data dal fatto che le storie si svolgono in un tempo differente, come nella fantascienza: un mondo in cui non puoi andare e che non esiste più.
  • Il cambiamento fa paura, sempre. E di fronte ai grandi sviluppi tecnologici la paura aumenta, la religione diventa più potente, la gente teme che il proprio lavoro e il mondo intero cambino, e di essere esclusa da questo cambiamento. Come saranno condotti gli affari con internet? È una domanda che ancora spaventa non solo le aziende, ma anche molti privati cittadini. Però non puoi fermare il cambiamento, semplicemente accade.
  • [«Perché in Mad Men tutti mentono?»] Perché tutti mentono nella vita reale. La gente non lo ammette facilmente, ma per me è uno degli elementi più interessanti degli esseri umani. Bobby Barret, uno dei personaggi della serie, dice: "Mi piace essere cattiva e poi tornare a casa ed essere buona". E credo che questa frase, che peraltro ho preso pari pari da una conversazione con una collega, sia una di quelle verità che le persone faticano ad ammettere, e un esempio perfetto della tensione realista che sta alla base di Mad Men.

"Mi piace lavorare con persone ricche di umorismo"

Intervista di Antonio Cuomo, movieplayer.it, 20 ottobre 2018.

  • Vengo dalla commedia e cerco di scritturare le persone più spiritose che trovo in ogni settore della produzione, e di scritturare attori comici per ogni singolo ruolo, non importa quanto sia serio. Perché trovo che siano più interessanti e riesco a gestirli meglio. Penso che il peggior insulto che si possa dire a qualcuno è che non ha senso dell'umorismo.
  • Siamo in un mondo completamente diverso, in cui qualunque show di qualunque epoca è disponibile e fruibile come fosse nuovo. Con questo dobbiamo fare i conti oggi. I miei figli pensano che Colombo sia una serie nuova. Non è qualcosa di negativo, ma è qualcosa da considerare [...]
  • Difficile oggi dire cosa sia la televisione e cosa il cinema, finiamo per guardare tutto sullo stesso schermo. La speranza è che questi diventino sempre più grandi nelle vostre case, così la gente non deve guardarli sul telefono o in pessime condizioni.

Citazioni su Matthew Weiner[modifica]

  • [«In cosa è stato diverso lavorare con Matthew Weiner rispetto ad altri registi?»] [...] lavorando con Matt, non dovevo chiedermi se il mio lavoro gli piacesse o meno, perché lui era lì. Se volevo provare qualcosa che non ero sicura che gli piacesse, lui era lì per dirmi che non gli piaceva. Quindi c'era una sorta di riscontro immediato da parte sua che è stato sicuramente fantastico avere. (Jessica Paré)

Note[modifica]

  1. (EN) Dall'intervista di Semi Chellas, Matthew Weiner, The Art of Screenwriting No. 4, The Paris Review nº 208, primavera 2014; citato in theparisreview.org.

Filmografia[modifica]

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