Michele Marzulli

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Michele Marzulli, Il vento riposa

Michele Marzulli (1908 – 1991), poeta e pittore italiano.

Citazioni di Michele Marzulli[modifica]

  • Stasera mi sento un palazzo | che guarda da cento finestre. (Affaccio, da C'è sempre un po' di buio, p. 53)

C'è sempre un po' di buio[modifica]

  • Amo la pioggia, | il cielo imbronciato, | gli smorti colori. || Amo la sera, | i suoi grigiori | l'ombre. (da Versi, vv. 1-6, p. 11)
  • A venti passi dalla mia casetta, | c'era un carrubo e, sul carrubo, a notte, | gridava, forsennata, la civetta. || E non facea dormire, | chè, se taceva un poco, | ancor più forte rigridava dopo. || Alfine, tacque. Sul carrubo, infatti, | mio padre indirizzò la fucilata. || A giorno, un nido vuoto rinvenimmo | ed una piccola civetta morta! || Soltanto allor capimmo | che quella mamma | cantava a modo suo la ninna-nanna | all'unico tesor della nidiata. (La Civetta, p. 15)
  • Da dentro ai miei pensieri spiccan voli | or l'aquile superbe, or gli usignoli. (da Mi accade a volte di sognare, vv. 14-15, p. 16)
  • Iddio bagnò di azzurro il Suo pennello | e fece gli occhi agli Angeli del cielo. | Si accorse che il pennello sgocciolava? || Indubbiamente, indubbiamente sì! | i fiordalisi nacquero così. || Se fiordalisi, o giovani vedete, | lasciateli, lasciateli allo stelo | o con amor profondo li cogliete || Occhi di bimbi che non hanno visi, | occhi di bimbi sono i fiordalisi. (Fiordalisi, p. 19)
  • Chissà! chissà se là, nel camposanto, | giacché saremo insieme, a pochi passi, | avrò la forza di venirti accanto | e di parlarti fra terreno e sassi... (da Due fiori, vv. 15-18, pp. 26-27)
  • Ancora insieme noi sorrideremo, | ritratti come fummo, dalle croci: | udranno i figli ancor le nostre voci. (da Due fiori, vv. 23-25, pp. 26-27)
  • Io sento fra le dita | ancor color di rosa | un lungo filo bianco, | cui relegata sta, | in alto, molto in alto, | la mia felicità. (da Aquilone, vv. 12-17, p. 48)
  • Non fiori e rampicanti | ho sopra ai miei balconi, | né sguardi di passanti. (da Piccolo mondo, vv. 1-3, p. 56)
  • Un fil di rampicante, | posato in un bicchiere, | ha messo il fiore: | gli diedi sol da bere. (da Speranza, vv. 5-8, p. 61)
  • S'en va l'autunno e già l'inverno incombe | su questa vecchia casa senza voci! (da Ad un amico, vv. 1-2, p. 108)
  • Come la foglia tremola sull'albero, | che l'altre foglie vede già calare | e non può nulla, il vecchio sta a guardare. (da Passa un funerale, vv. 1-3, p. 117)
  • Allor che volge il sole al declinare, | finisce il gioco e sol si può barare. (da I vecchi sono tristi, vv. 9-10, p. 142)

Cinigia[modifica]

  • La gonfia spiga attende già matura | la falce dell'usato mietitore; (da La spiga, vv.1-2, p. 27)
  • Amore, amore, addenta la mia carne, | il germe tuo nel sangue mio trasfondi | e non curarti se ho le gote scarne: (da Ma che m'importa?, vv.9-11, p. 41)

Futuro antico[modifica]

  • Vedessi tu che rughe ha sulla fronte | il piccolo d'allora | su cui speravi tanto. (da Agli occhi della mente, vv. 7-9, p. 26)
  • Ma quando vien la sera | e nostalgia mi prende, | io torno al borgo | e alla mia gente. (da Sottofondo, vv. 6-9, p. 28)
  • [...] ma passa e, poi, cancella tutto il vento. || Soltanto il vento non cancella mai | il nome di colei che tanto amai. (da Il tuo nome, vv. 4-6, p. 32)
  • Baciato ho cento bocche ed ogni bocca | il miele sulle labbra m'ha lasciato || Per ritenermi pieno come un arnia, | che più non abbia celle per il miele, | non ho che da baciar la bocca tua. (La bocca più dolce, p. 36)
  • Dalla finestra aperta entrò la luna | e dal tuo lato illuminò la stanza. (da La stanza illuminata, vv. 1-2, p. 48)
  • Illuso anch'io di sole, | nell'animo mi sento | la gioia d'ignorare | il tempo che cammina. (da Gerani, vv. 9-12, p. 51)
  • [...] e quando in riva al mare | io guardo la tua pietra, | da dentro al mio cappotto in cui t'avvolsi, | mi par tu mostri il capo e mi spalanchi | i tuoi begli occhi umani. (da La mia cagnetta, vv. 10-14, p. 57)
  • Va troppo adagio il tempo, | allor che giovinezza è dentro i pori, | e non si vede l'ora d'esser grandi. (da Va troppo adagio il tempo, vv. 1-3, p. 72)
  • Un disperato amor di cose grandi | ed un alzarsi in volo di chimere. (La giovinezza, p. 85)
  • Nessuno vede il sale ch'è nel mare, | eppure, il mar n'è pieno; | nessuno vede il pianto ch'ho nel cuore | eppure, il cuor n'ho pieno. (da Le mie perle, vv. 1-4, p. 118)

Una foglia d'alloro[modifica]

  • La tocco appena e già, fra le mie dita, | un po' si dona: mùtila, s'adagia | sul mio tavolo || Il dì che la strappai | verde dal ramo ben ricordo, e chi | mi stava accanto. (da Una foglia d'alloro, vv. 1-6, p. 11)
  • Intero andò distrutto il buon raccolto | che ripagar doveva un lungo anno. | Di chi la colpa, allor, se non del pino, | agli occhi miei, che praticato aveva, | col vertice appuntito, un largo foro | in quella nube nera di passaggio? (da Il bambino ch'ero io, vv. 1-6, p. 12)
  • Mia creatura, se sarò partito, | rovista fra i ricordi di tuo padre, | e troverai dei fiori. Sono il dono | che io ti lascio i fiori miei di carta | e spero avran per te un lor profumo. || Li ho coltivati tutti nel mio cuore. (da Il nonno, vv. 17-22, p. 51)

Sull'albero sbagliato[modifica]

  • "È dolce assai la vita in due stagioni: | a primavera e quando è già l'autunno". (da La dedica, vv. 6-7, p. 20)
  • [...] e ricorda che più si piega il sole | e più si allunga l'ombra sotto gli alberi. (da Alzarsi presto, vv. 10-12, p. 33)
  • Anche la notte ha le sue braccia lunghe | e le sue mani prénsili di ladra, | e vittima è la sera, | che tutta si raccoglie | in brividi di foglie. (Ultime luci, p. 50)
  • Io sono come un bimbo ch'ha paura | di restar solo in una casa grande. (da Svolta, vv. 7-8, p. 82)

Schegge * Fuori contesto[modifica]

  • Io voglio che nessuno veda spenta | la luce che mi accese i suoi colori | e che nessuno abbassi le mie palpebre; (da Un attimo, vv. 5-7, p. 48)
  • Né sole di levante, né sole di ponente | fra due vicini monti. Soltanto a mezzogiorno | un po' di sole a picco [...] | [...] la mia ricchezza povera | è tutta qui nei versi. Eredità che lascio | a chi non ha nessuno e vive in solitudine: | è musica d'un cuore sofferta e pur cantata. (da Anonimo, vv. 1-3 e 12-15, p. 85)

Bibliografia[modifica]

  • Michele Marzulli, Cinigia, poesie, Edizione Racconti, Bari, 1944.
  • Michele Marzulli, C'e sempre un po' di buio, poesie, Arti grafiche Ragusa, Bari, 1961.
  • Michele Marzulli, Futuro antico, poesie, Dedalo, Bari, 1964.
  • Michele Marzulli, Una foglia d'alloro, poesie, Edizioni del Centro librario, Bari, 1971.
  • Michele Marzulli, Sull'albero sbagliato, poesie, Ed. Ralli, Bari, 1981.
  • Michele Marzulli, Schegge * Fuori contesto, versi, Ed. Emil Haller Muczy, Roma, 1991.

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