Paul Scheerbart

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Paul Scheerbart ritratto da Wilhelm Fechner, 1897.

Paul Karl Wilhelm Scheerbart noto anche con lo pseudonimo di Kuno Küfer (1863 – 1915), scrittore e disegnatore tedesco.

Citazioni di Paul Scheerbart[modifica]

  • L'unica salvezza deve esser cercata nella fantasia. (da Das Perpetuum mobile, Erlangen, 1977)
  • Mal ist mir alles astral | Und mal so ganz egal.
Talvolta per me tutto è astrale | e talvolta assolutamente uguale. (citato da Fabrizio Desideri, in introduzione a Paul Scheerbart, Lesabéndio, Editori Riuniti, 1982)

Architettura di vetro[modifica]

  • Non dobbiamo dunque mirare a un aumento dell'intensità della luce.
    La luce che abbiamo, è già troppo forte e ormai insopportabile.
    La luce smorzata è ciò a cui dobbiamo mirare.
    Non «Più luce!» ma «Più luce colorata!» dev'essere il nostro motto.[1]
  • Quando la vita domestica sarà giunta al punto che anche le più audaci fantasie appariranno in essa realizzate, allora, semplicemente, cesseranno di anelare a ciò che è lontano e diverso da noi. [2]
  • Quando mi trovo nella mia sala di vetro, non voglio sentire né vedere niente del mondo esterno. [3]

Lesabéndio[modifica]

Incipit[modifica]

Lesabéndio fa notare a Biba un piccolo astro binario dicendo che a suo parere anche l'asteroide Pallas è un astro binario. Poi Biba si entusiasma per la vita intensa sulla superficie del Sole e dichiara che gli piacerebbe essere là. Lesabéndio vuole distoglierlo da questa idea e gli legge allora una storia dell'astro Terra, dove di recente un vecchio abitante di Pallas ha vissuto senza essere scorto dai terrestri. Si narra infine dell'astronomo terrestre Pallas che diede il proprio nome all'asteroide Pallas; nome che, strano a dirsi, suona proprio come quello che gli stessi pallasiani hanno dato al loro astro.
Violetto era il cielo. E verdi erano le stelle. E anche il Sole era verde.
Lesabéndio allargò bene il suo piede-a-ventosa, lo fissò alla parete di roccia frastagliata e scoscesa e poi con tutto il corpo, in realtà un'unica gommosa zampa tubolare fornita di piede-a-ventosa, si allungò per più di cinquanta metri nell'atmosfrea violetta.

Citazioni[modifica]

  • Non si dovrebbe mai esprimere con troppa precipitazione un giudizio sprezzante, neanche su esseri inferiori di altri pianeti. (p. 9)
  • Se per noi fosse così facile salire più in alto, non sentiremmo il mondo come qualcosa di più grande e di immenso; dobbiamo essere continuamente respinti e schiacciati un poco per notare quanto grande sia la grandezza del grande universo; e come tale grandezza non si possa mai misurare fino in fondo. (p. 44)

Citazioni su Paul Scheerbart[modifica]

Fabrizio Desideri[modifica]

  • L'immaginazione in Scheerbart è sovrana, ma per aprirsi continuamente allo stupore. E in questo soggiace ad una superiore legalità, ad un improdotto e imprevisto presentarsi di immagini che chiama lo sguardo all'estasi.
  • Più che evasioni in altri mondi, i romanzi astrali o le Astrale Novelletten (senz'altro tra le prove più belle della scrittura scheerbartiana), non sono dunque che i tentativi della fantasia di figurare la propria origine, di sciogliersi dalla contingenza in cui si sente esiliata e estranea. Weltfremd: estraneo al mondo, così si è spesso definito Scheerbart.
  • La terra interessa a Scheerbart perché anche essa è un perpetuum mobile. Il Perpeb (così abbreviava l'espressione) è la sua ossessione; per tutta la vita ha cercato, con consapevole disperazione circa il suo buon esito, di costruirlo.

Note[modifica]

  1. Citato in Lesabéndio, traduzione di Piera Di Segni, Catelvecchi, Roma, 2014, introduzione, p. 8 ISBN 9788868267377
  2. Citato in Lesabéndio, 2014, Introduzione, p. 19.
  3. Citato in Lesabéndio, 2014, Introduzione p. 18.

Bibliografia[modifica]

  • Paul Scheerbart. Architettura di vetro, con un saggio di Giulio Schiavoni, traduzione di M. Fabbri, Adelphi, Milano, 1982.
  • Paul Scheerbart, Lesabéndio (Lesabéndio. Ein Asteroiden-Roman), traduzione di Piera Di Segni e Fabrizio Desideri, introduzione e cura di Fabrizio Desideri, Editori Riuniti, Roma 1982.

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