Preraffaelliti

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Monna Vanna di Dante Gabriel Rossetti, uno dei più noti esponenti del preraffaellismo

Citazioni sui preraffaelliti e il preraffaellismo.

  • Essi hanno grande avversione al rinascimento classico, ma non isperano un vero rinascimento medievale, contro cui troppe forze, e irresistibili, si troverebbero collegate. [...]. I preraffaelliti, del resto, non cercano nel medio evo, mal conosciuto e peggio rassettato, se non un rifugio che li ripari dalla ingiuria de' tempi; una specie di cenobio intellettuale e sentimentale, ove a bell'agio possano, se non appagare, accarezzare quel vago bisogno d'idealità e di fede che gli affanna e gl'inquieta, e sognare in pace i loro sogni. (Arturo Graf)
  • I prerafaeliti vedevano in Raffaello un apostata dell'Ideale ed un apostolo del savoir faire; prendevano ad esempio il Botticelli e il Mantegna. Ma non erano volgari «impiastricciatori». Il carattere saliente della loro scuola è l'intellettualismo, il disdegno dell'arte per l'arte; vogliono narrare ed insegnare, commuovere l'anima delle folle, scendere tra il popolo e convertirlo alla bellezza. (Salomon Reinach]
  • Ogni forma è buona se corrisponde perfettamente al suo contenuto e viceversa. Per questo i grandi trecentisti sono perfetti così e non altrimenti; mentre i neoclassici e i preraffaellisti sono falsi perché ostentano contenuti e forme che non sono i loro. (Matteo Marangoni)
  • Il preraffaellismo inglese fu la reazione di giovani e coscienziosi artisti contro la pittura ufficiale d'accademia; un ritorno, non per ispirito di imitazione, ma per simpatia di intenti e di metodo, all'arte fiorentina del Quattrocento. Fu, in sostanza, una applicazione alle arti plastiche di quella rivoluzione letteraria nella scelta degli argomenti, di quel rinnovamento nel linguaggio poetico, già felicemente eseguiti da Cowper, da Burns, da Wordsworth, da Coleridge: e in parte anche da Keats, dallo Scott e da Tennyson. (Enrico Nencioni)
  • Quantunque parecchi tra di loro abbiano preceduto, sino dal 1848, la scuola francese sulla via del plenariismo[1] e del divisionismo, essi non sono impressionisti; hanno in orrore l'esecuzione trasandata e affrettata; la loro fattura, minuziosa e pedantesca, sovrappone, senza cercare d'armonizzarli, colori intensi e crudi.
    Cotest'arte arida e fittizia, comunque posta a servizio di un altissimo ideale, doveva finire per stancare. (Salomon Reinach]
  • [Riferendosi a un gruppo di pittori inglesi della metà dell'Ottocento] Se l'arte doveva essere riformata, era necessario risalire oltre Raffaello, al tempo in cui gli artisti erano artefici «probi agli occhi di Dio», facevano del loro meglio per copiare la natura, senza preoccuparsi della gloria terrena ma solo della gloria divina. Pensando che l'arte si fosse inquinata con Raffaello e che stesse a loro di tornare all'età della fede, questo gruppo di amici si chiamò «Confraternita preraffaellita». (Ernst Gombrich)

Note[modifica]

  1. Pittura en plein air, ovvero praticata all'aperto e non nel chiuso dello studio dell'artista.

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