Renato Cesarini

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Renato Cesarini (1936)

Renato Cesarini (1906 – 1969), calciatore e allenatore di calcio italiano di origine argentino.

Citazioni di Renato Cesarini[modifica]

  • Adesso [nel 1947] le zone più famose sono quelle che dividono i vari territori occupati dagli alleati, ma per parecchio tempo è esistita una zona che, modestia a parte, fu altrettanto conosciuta e per di più in modo più lieto: la zona Cesarini. Sono passati sedici anni da quando, come si dice, io l'ho inventata, ma essa rimane per me uno dei più cari ricordi di una non breve carriera di calciatore. Debbo confessare, però, che la fama avuta in quel giorno è immeritata. Prima di tutto non è stata mia l'idea di dare un simile nome al gol, ottenuto [...] contro l'Ungheria [il 13 dicembre 1931], allo scadere del novantesimo minuto ed inoltre non fu quella la sola rete da me segnata in... zona Cesarini. Nello stesso anno ero stato l'autore di un grosso dispiacere per il portiere avversario all'ottantasettesimo minuto dell'incontro internazionale con la Svizzera, svoltosi in marzo a Berna. Inoltre per la mia squadra, la Juventus, avevo pure risolto situazioni difficili con tiri fruttuosi sullo scadere del tempo. Furono questi i precedenti che attirarono maggiormente l'attenzione sull'«exploit» di quella rete, quasi inaspettata.[1]
  • No, non ho mai scritto un libro di football. Ma se mi portate tutti quelli in circolazione, vi correggo gli errori.[2]

Citazioni su Renato Cesarini[modifica]

  • Cesarini, quello della zona Cesarini, proprio lui: quando dai il tuo nome a un pezzetto di Tempo – il quale è solo di dio, dice la Bibbia – qualcosa nella vita lo hai fatto. (Alessandro Baricco)
  • Lui la palla la strappava da terra. (Giampiero Boniperti)
  • Parlava con una voce arrochita e addolcita dalle stravaganze. Era tutto meno quello che avrebbe voluto essere. Aveva un cuore grande come una chiesa ma era crudele come un serpente. Sapeva piangere e ridere. Era angelo e diavolo, un clown del pallone, un ciuffo di capelli e un collo, occhi smagati sul precipizio. Era matto davvero e pure savio specialmente bevuto. La sua casa era di tutti e strimpellava dolcemente alla chitarra. Inventò un sacco di cose già inventate, meno una proprio tutta sua: il goal all'ultimissimo. Giocava quando ne aveva voglia e quando non ne poteva più dormiva. Perché dormire se c'è tanto da prendere? E prendeva prendeva. La primavera del 1969 gli fu fatale... (Vladimiro Caminiti)

Note[modifica]

  1. Da "Fu proprio con i magiari che inventai la zona Cesarini...", Stampa Sera, 7 maggio 1949, p. 4.
  2. Citato in Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, a cura di Marco Sappino, Baldini&Castoldi, Milano, 2000, p. 2112. ISBN 88-8089-862-0

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