Salvatore Ferragamo

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Salvatore e Wanda Ferragamo con i figli nel 1959

Salvatore Ferragamo (1898 – 1960), stilista e imprenditore italiano.

Citazioni di Salvatore Ferragamo[modifica]

  • Fabbricai le mie forme rivoluzionarie che, dando appoggio all’arco, permettono al piede di muoversi come un pendolo all’inverso.[1]
  • Ho diviso le donne che sono venute da me in tre categorie: le Cenerentole, le Veneri e le Aristocratiche. Le Cenerentole calzano sempre scarpe più piccole della misura 6. Le Veneri calzano la taglia 6, le Aristocratiche il 7 o sopra.[2]
  • I piedi mi piacciono. Mi parlano. Appena li prendo in mano, ne sento la forza, la debolezza, la vitalità, i difetti. È un piacere toccare un piede buono, dai muscoli saldi, dall'arco robusto – è un capolavoro del Creatore.[3][4]

Citazioni su Salvatore Ferragamo[modifica]

  • [Diventò famoso] Aprendo in California a Santa Barbara un negozio di 4 metri per 4. Venne John Wayne a farsi gli stivali. Poi arrivarono tutte le dive di Hollywwod. Quando papà si trasferì in Italia, le attrici veninavo a farsi costruire i modelli a Firenze. Abbiamo 14 mila modelli di quel periodo, compresi quelli per Marilyn Monroe. (Ferruccio Ferragamo)
  • Papà diceva che quattro mesi di vacanza erano troppi. Ero in quinta elementare. Mi portò a palazzo Feroni, nel salone c'era il magazzino spedizioni. Mi disse di inchiodare le casse per spedire le scarpe. Ne produceva 80 paia al giorno. (Ferruccio Ferragamo)

Wanda Ferragamo[modifica]

  • Era nato come me a Bonito, 45 chilometri da Avellino, un paese da cui potevi solo andartene: la strada finisce lì. Undicesimo di 14 figli. I genitori erano contadini. Non avrebbero voluto che facesse il ciabattino, ma che studiasse, come Agostino, il primogenito, che aveva vinto la cattedra universitaria di lettere e filosofia proprio a Firenze. Anche se non arrivò mai a insegnare. Lo stroncò la tubercolosi.
  • Salvatore diceva d'essere nato calzolaio. Una passione alimentata da Luigi Festa, l'artigiano che stava sotto casa e che lo prese a bottega a 9 anni. Gli faceva raddrizzare i chiodi storti caduti sul pavimento. Alla prima risuolatura il bambino si ferì a una mano. «Mio Dio!» esclamò mastro Luigi. «Credevo che m’avessi tagliato una scarpa».
  • Venne a Bonito ai primi di settembre del 1940 per inaugurare un refettorio per i poveri che mio padre, religiosissimo, era riuscito a far costruire spillandogli un po' di quattrini. In casa non c'era nessuno. Andai ad aprire io. Appena mi vide, disse in inglese, per non farsi capire, a una sorella che lo accompagnava: «Questa diventerà mia moglie». Siccome ero una civettona, gli feci un sacco di complimenti: così lei è il famoso Ferragamo, che ha dato un elevato contributo all'eleganza femminile. E lui: «Signorina, come fate a conoscermi?». Be', le riviste... Invece me l'aveva detto l'ortolano. La mattina seguente giunse un fascio di rose rosse con un biglietto: «Potrei rivederla?».
  • Mio marito utilizzava tutti gli animali: capretto, vitello, lucertola, pitone, struzzo. E anche oggi non c'è motivo per cambiare, tanto più che sono d'allevamento. Se la borsetta di coccodrillo non la facciamo noi, la fa un concorrente. A Salvatore interessava di più la salute degli uomini. Nel 1942 la principessa Maria José di Savoia, che era crocerossina, lo pregò di produrre uno scarpone anticongelamento per i nostri soldati in Russia. Con una calzatura speciale riuscì a far camminare un mio nipote di 7 anni colpito da paralisi infantile.

Note[modifica]

  1. Citato da Salvatore Ferragamo e il comfort, ferragamo.com.
  2. Da Il calzolaio dei sogni: autobiografia di Salvatore Ferragamo, Sansoni, Firenze, 1971; citato in Il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze celebra la moda in tutte le sue forme, hapersbazaar. com, 16 novembre 2020.
  3. Da Il calzolaio dei sogni, p. 77.
  4. Citato in Livia Fabietti, Marilyn, il mito rivive a Firenze, lastampa.it, 25 giugno 2012.

Voci correlate[modifica]

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