Vilhjalmur Stefansson

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Vilhjalmur Stefansson

Vilhjalmur Stefansson (1879 – 1962), esploratore canadese.

Una persona che non dimenticherò mai[modifica]

Incipit[modifica]

Alle sei di martedì 17 marzo 1959, nella spettrale oscurità dell'inverno polare ebbe luogo un avvenimento di portata storica. In quel giorno il sommergibile americano Skate era in emersione tra lastroni di ghiaccio spezzati, prima nave che fosse mai stata alla superficie nell'esatto punto geografico del Polo Nord. E in una solene cerimonia lo spirito di Sir Hubert Wilkins si unì alle legioni di esploratori periti, quando le sue ceneri furono sparse sul deserto ghiacciato in adempimento di quello che era stato il desiderio di tutta la sua vita. Nessuna onoranza avrebbe poyuto essere più appropriata e nessun uomo avrebbe potuto meritare maggiormente questo straordinario tributo. Sir Hubert fu il primo ad esplorare in aereo l'Antartide, il primo a dimostrare che i veicoli possono atterrare sulla banchisa, il primo a sorvolare il Mare Artico.

Citazioni[modifica]

  • Quando il sommergibile americano Skate completò la sua prima crociera sotto la banchisa polare nello scorso anno, il suo comandante radiotelegrafò a Wilkins: «Memore del vostro spirito profetico e del vostro intuito riguardo all'uso dei sommergibili nell'Artico...» Con un gesto caratteristico dell'uomo, Wilkins spedì il radiogramma a me con questa nota: «A Stefansson. Indirizzo errato. Questo avrebbe dovuto essere inviato a voi.» (p. 49)
  • «Cordialità» è una parola che dice poco per indicare il calore umano che emanava da lui come da nessun altro. Possedeva una specie di magnetismo mistico che lo faceva acutamente sensibile ai desideri e ai bisogni altrui. (p. 51)
  • Wilkins aveva in odio due cose sole: l'esibizionismo e la pubblicità. (p. 52)
  • Per lui, le comodità non contavano, ma migliorare il corredo artico di un uomo era un dovere sacrosanto.

Explicit[modifica]

Dopo il funerale, quando visitai quella stanza disadorna ch'era la sua casa, pensai come gli si addicevano bene questi versi di Swinburne, che un ammiratore aveva scritto sul risguardo di un album pieno di ritagli di giornali che lo riguardavano:
Si era dato, non si era venduto
Né a Dio pel Cielo, né a uomo per oro
.

Bibliografia[modifica]

  • Vilhjalmur Stefansson, Una persona che non dimenticherò mai, Selezione dal Reader's Digest, Gennaio 1960.

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