Vincenzo Viviani

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Vincenzo Viviani

Vincenzo Viviani (1622 – 1703), matematico e astronomo italiano.

Citazioni di Vincenzo Viviani[modifica]

  • [...] si pose il Galileo a speculare intorno al suo misurator del tempo; et un giorno del 1641, [...] sovvienmi che gli cadde in concetto che si saria potuto adattare il pendolo agl'oriuoli di contrapesi e da molla con valersene in vece del solito tempo, sperando che il moto egualissimo e naturale d'esso pendolo avesse a corregger tutti i difetti dell'arte in essi oriuoli. Ma perché l'essere privo di vista gli toglieva il poter fare disegni e modelli, [...] venendo un giorno di Firenze in Arcetri il detto Signor Vincenzio suo figliolo, gli conferì il Galileo il suo pensiero, [...] e finalmente stabilirono il modo che dimostra il quì aggiunto disegno, e di metterlo intanto in opera. [...] Ma perché il Signor Vincenzio intendeva di fabbricar lo strumento di propria mano, acciò questo per mezzo de gl'artefici non si divulgasse prima che fosse presentato al Serenissimo Gran Duca suo Signore et appresso alli Signori Stati per uso della longitudine, andò differendo tanto l'esecuzione che indi a pochi mesi il Galileo, autore di tutte queste ammirabili invenzioni, cadde ammalato et a gli 8 di Gennaio 1642 stile Romano mancò di vita, per lo che si raffreddarono tanto i fervori del Signor Vincenzio, che non prima del mese di Aprile del 1649 intraprese la fabbrica del presente oriuolo, [...].[1]

Incipit di alcune opere[modifica]

Formazione, e misura di tutti i cieli[modifica]

L'aggradimento benigno, che l'A. V. Serenissima dimostrò nell'esplicazione da me fattale a' mesi addietro di quel mio nuovo curioso Enimma Geometrico intorno all'artifizio di formare, e quadrare il Cielo di quella Tribuna aperta, o Volta a Vela ammirabile cavata da un Emisfero, e l'eroica generosità, con cui, ad emulazione de' suoi Maggiori, favorisce, e protegge i Cultori delle Arti, e delle Scienze più nobili, ed in specie gl'Indagatori delle Verità Matematiche, per la venerazione alle quali V. A. S. più volte m'ha stimolato a pubblicar qualche parte di quelle, che ne' miei primi studj io vi ritrovai, mi da coraggio adesso, coll'obbedirla, di manifestarmi l'Autore dello stesso Enimma; di propalar, col suo scioglimento, quello ancora di alcuni altri di simigliante natura, anch'essi curiosi, e nuovi; e di francheggiargli col suo Serenissimo Nome.

Racconto istorico della vita di Galileo[modifica]

Al Ser.mo Principe Leopoldo di Toscana,
mio Sig.r et P.ron Col.mo

Ser.mo Principe,
Avendo V. A. S. risoluto di far scriver la vita del gran Galileo di gloriosa memoria, imposemi che, per notizia di chi dall'A. V. S. è destinato per esequire così eroico proponimento, io facesse raccolta di ciò che a me sovvenisse in tal materia, o d'altrove rintracciare io potesse: onde, per obbedire con ogni maggior prontezza a' cenni dell'A. V., reverente le porgo le seguenti memorie, spiegate da me con istorica purità, e con intera fedeltà registrate, avendole estratte per la maggior parte dalla viva voce del medesimo Sig.r Galileo, dalla lettura delle sue opere, dalle conferenze e discorsi già co' suoi discepoli, dalle attestazioni de' suoi intrinseci e familiari, da pubbliche e private scritture, da più lettere de' suoi amici, e finalmente da varie confermazioni e riscontri che le autenticano per verissime e prive d'ogni eccezione.

Note[modifica]

  1. Da una lettera a Leopoldo Medici, 20 agosto 1659; in Memorie e lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei, G. Vincenzi e comp., Modena, 1818, vol. 1, pp. 288-289.

Bibliografia[modifica]

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