Sesso anale

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Un'illustrazione di Édouard-Henri Avril

Citazioni sul sesso anale.

Citazioni[modifica]

  • Glande, punta suprema dell'essere, | del mio padrone, | del mio amante adorato | che accoglie con gioia e timore | il tuo abbraccio | mio culo felice, perforato || tanto e tanto da quel grosso membro | che si inarca, | si gonfia e tutto glorioso | delle imprese e prodezze | nelle chiappe | affonda con slanci furiosi. (Paul Verlaine)
  • La posizione più in uso per la donna, in questo piacere, è di mettersi carponi sul bordo del letto, con le natiche ben aperte e la testa più reclinata possibile. L'uomo che la monta, dopo essersi divertito un po' vedendo davanti quel bel culo, dopo averlo palpeggiato e tastato, a volte anche frustato, pizzicato e morso, bagna di saliva il buchetto che dovrà perforare e prepara l'introduzione con la punta della lingua. (Donatien Alphonse François de Sade)
  • Non prendo per il culo nessuno, se non fisicamente. (Rocco Siffredi)
  • P. Padre, m'hà tirà 'l Cazzo, e l'hò menà. | C. Figlio, fin qui non commettesti errore. | P. In Culo a un bel ragazzo l'hò ficcà. | C. Male non v'è, dove non v'è dolore. (Giorgio Baffo)
  • Se dell'omosessualità ciò che inorridisce soprattutto l'homo normalis, poliziotto del sistema eterocapitalistico, è il prenderlo in culo, ciò dimostra che uno tra i nostri piaceri più deliziosi, il coito anale, ha in sé una notevole dirompenza rivoluzionaria. Ciò che di noi checche è maggiormente biasimato contiene gran parte della nostra gaia potenzialità sovversiva. Il mio tesoro lo conservo in culo, ma il mio culo è aperto a tutti... (Mario Mieli)
  • Sodomia contro natura? Chi lo dice non l'ha mai provato. (Alessandro Cecchi Paone)
  • Su chi erotiche cose dice o fa | lo zio di Gellio tuonava e rituonava. | Gellio sfuggì a ogni censura: | inculando la moglie dello zio | fece di lui la statua del Silenzio. | Inculasse anche lo zio | lo zio non fiaterebbe. (Gaio Valerio Catullo)

Pietro Aretino[modifica]

  • Aveva la Martuzza un giorno tolta | la medicina, e non potea cacare; | ond'ella avea dolor e pena molta | e quasi tutta si sentia crepare. | Talchè temendo di restar sepolta, | un grosso cazzo in cul si fe' cacciare: | guarì, ma nel guarir gustò sapore. | È tenuta di dirlo al confessore? (Pietro Aretino)
  • Io 'l voglio in cul. – Tu mi perdonerai, | o Donna, non voglio far questo peccato, | perché questo è un cibo da prelato, | ch'ha perduto il gusto sempre mai.
  • Mettimi un dito in cul, caro vecchione, | e spinge il cazzo dentro a poco a poco; | alza ben questa gamba a far buon gioco, | poi mena senza far reputazione.
  • Un frate Zoccolante, per ventura, | fottendo a potta dietro un abadessa | gli el cacci in cul credendo foss'in fessa, | ditemi se peccò contro natura?

Processo di Sculacciabuchi[modifica]

  • Attesoché, nel dubbio, il Tribunale | non può applicar l'articolo sessanta | e nemmeno l'articolo novanta | e trentasei del Codice Penale | che dice: Cadrà in multa un cittadino | sorpreso dentro un culo mascolino. || Ha per questi motivi condannato | a pagare le spese il querelante; | e senz'altro proscioglie l'imputato | dall'accusa lanciatagli infamante, | applicando la gran legge del Menga, | che dice: Chi l'ha in culo se lo tenga. || Oppur la stessa legge di Bisenzio | ch'è di pigliarlo in culo e far silenzio.
  • Farete grazia all'orator novizio, | ch'è pavido davanti a tal sapienza; | e se il vostro favor sarà propizio | mostrerò con la storia e con la scienza | che il metterlo nel culo in conclusione | l'organo aiuta della digestione.
  • Nel medio evo qualche tirannello | osò di rincular delle puttane, | e qualchedun ficcò l'avido uccello | nel bianco culo delle sue villane; | ma bisognava che non si sapesse | ché queste erano cose non ammesse.
  • Però di questa grave congettura | il Creatore non se n'è occupato; | e vi sfido a trovar nella Scrittura | un passo dove il culo sia citato. | Sarà per pudicizia, ma per me | c'è una ragione logica, e cioè: || che il cazzo non ha occhi già si sa, | onde non c'è ragione sufficiente | di farne un caso di moralità | se un cieco sbaglia l'uscio d'un ambiente; | per ascriverlo a colpa bisognava | che avesse avuto gli occhi anche la fava. || E molto più nel sesso femminino | dove questi due buchi spalancati | all'uno l'altro stan così vicino | che chissà quanti mai si son sbagliati, | e quanti mai mariti in capo all'anno | sono andati nel culo e non lo sanno.

Voci correlate[modifica]

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